Dopo l’intervento dell’ambasciatore Usa che ha escluso il Ponte sullo Stretto dalle infrastrutture militari, si apre una settimana decisiva per l’opera che, per come annunciato dal ministro Salvini, sarà contrassegnata dall'arrivo del parere della Corte dei Conti sull’opera. Abbiamo fatto il punto con Pietro Ciucci, Amministratore delegato della società Stretto di Messina, concessionaria per la progettazione.

Fino a pochi giorni fa il Ponte era “dual use” con riferimento all’utilizzo dello stesso per motivi di sicurezza. Dopo l’intervento dell’ambasciatore Usa Whitaker sembra non sia più così. Salvini ha precisato che le risorse per il Ponte non sono destinate alla difesa. Ci aiuta a capire come stanno le cose?

Il ponte è stato progettato da sempre con funzione dual use, civile e militare. Che il ponte sia strategicamente utile per la difesa è un concetto ribadito dal governo e dall’Unione europea, nell’ambito dello sviluppo delle reti Ten-T di cui il ponte fa parte. Altro tema è stabilire se la spesa per il ponte, ribadisco già interamente coperta, possa integrare gli investimenti previsti dalla Nato per la difesa. Questo è un aspetto che sarà valutato dalle Autorità competenti, ma non ha nulla a che vedere con la realizzabilità del ponte e il suo finanziamento, per questo sono sorprendenti i commenti e le affermazioni emerse su alcuni media.

La società Stretto di Messina è mai stata coinvolta o consultata in merito all’ipotesi di un utilizzo militare dell’infrastruttura?

Il ponte rientra in una strategia europea più ampia, infatti anche la rete di adduzione stradale e ferroviaria al ponte stesso è dual use. Dagli studi svolti è emerso che l’aumentata connettività della Sicilia rispetto al resto del Paese e dell’Europa ha delle chiare implicazioni geopolitiche e per la difesa del territorio. La macroregione calabro-siciliana è infatti situata in una posizione chiave nel Mediterraneo, fungendo da crocevia tra Europa, Africa e Medio Oriente. Questa centralità è rafforzata dalla presenza di importanti basi militari italiane e Nato, rendendo il Ponte un’infrastruttura essenziale per la sicurezza nazionale e internazionale.

L’Ue ha dato indicazioni sul ruolo delle infrastrutture militari?

La Commissione Europea, nell’ambito della proposta per il prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028–2034, non solo ha confermato come strumento autonomo il Connecting Europe Facility - Trasporti, ma ne ha anche raddoppiato la dotazione finanziaria (51,5 miliardi), includendo la mobilità militare (17,65 miliardi), dimostrando una particolare attenzione al ruolo strategico delle infrastrutture dual use militare/civile. Questo nel quadro dello sviluppo del Military Mobility Action Plan per rafforzare la capacità di spostamento rapido delle truppe all’interno del continente. Il ponte si inserisce in questa strategia, fornendo un’infrastruttura chiave per il trasferimento delle forze Nato dal Nord Europa verso il Mediterraneo. Sarebbe, inoltre, resa più agevole l’attuazione delle pianificazioni di sicurezza, nell’ambito di una più accentuata sinergia tra le Prefetture dei territori calabresi e siciliani nell’approntamento di assetti operativi che abbiano la necessità di attraversare, in tempi brevi, lo Stretto di Messina.

Ad un mese dal sì del Cipess qual è lo stato dell’arte? Sono state già avviate opere propedeutiche?

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che potrebbe avvenire all’inizio del mese di ottobre, dopo la registrazione della Corte dei conti, la delibera del Cipess sarà efficace e il progetto del ponte entrerà nella fase realizzativa. I primi lavori riguarderanno la viabilità e le opere che permetteranno di minimizzare, fin dall'inizio delle attività, ogni impatto dei cantieri sul territorio che sarà preparato ad ospitare i cantieri del ponte grazie all’esecuzione delle prestazioni anticipate che comprendono in via principale le operazioni propedeutiche alla cantierizzazione, la risoluzione delle interferenze, la bonifica degli ordigni bellici, le indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche, la predisposizione dei campi base e le opere compensative richieste dalle amministrazioni locali.

Le proteste sull’impatto ambientale dell’opera sono continue, i timori per l'ecosistema dello Stretto sono fondati?

La Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione di incidenza ambientale si sono concluse con esito positivo, a valle di un complesso iter approvativo condotto dalla Commissione tecnica del Ministero dell’ambiente. Ma l’impegno non è finito qui. L’ambiente è considerato un elemento cardine nel processo progettuale, per il quale la Società ha scelto di investire molto in termini organizzativi, umani e finanziari. E’ stato infatti sviluppato un Piano di monitoraggio ambientale, quale componente tecnica essenziale che accompagna l’intero ciclo di vita del progetto.