Matteo Salvini si sente tra i vincitori di questa tornata elettorale. La sua Lega è andata abbastanza bene nella maggior parte dei Comuni al voto. Anche perché Forza Italia, fatta eccezione per Milano, è sparita dalla geografia politica delle città. La strategia di Silvio Berlusconi non ha pagato. Soprattutto a Roma, dove il candidato Alfio Marchini non ha raggiunto neanche l’11 per cento. Un magro bottino che forse avrebbe ottenuto persino Guido Bertolaso. Ma la batosta del Cavaliere si trasforma in un quasi successo per il leader del Carroccio che potrà usare la “sconfitta Capitale” come argomento convincente da sfoggiare al tavolo delle trattative. Nella speranza di riequilibrare i rapporti di forza in maniera incruenta.Salvini, cominciamo dalla Capitale. La vostra candidata Giorgia Meloni non è andata al ballottaggio per un soffio. È soddisfatto del risultato?Sono orgoglioso della scelta di coerenza e di coraggio fatta. La rifarei mille volte e ripeterei per altre mille volte a Silvio Berlusconi che sbagliava a dividere perché in questo modo si sarebbe favorito Matteo Renzi. I numeri hanno detto una cosa chiara, cioè che nonostante non ci fossero soldi, giornali e televisioni alle spalle noi con Giorgia abbiamo preso il doppio dei voti rispetto all’armata di Marchini, Alfano, Berlusconi, Storace, la Mussolini, Casini, Alemanno Fini.Forza Italia a Roma si ferma al 4,2 per cento, qualche voto in meno rispetto a Fassina. Come giudica questo dato?Lo ripeto, Forza Italia ha voluto aiutare il Pd. Noi laddove dovevamo fare un passo indietro l’abbiamo fatto. Penso prima di tutto a Milano, dove sicuramente avremmo potuto chiedere di più. A Roma non toccava a noi e mi è dispiaciuto perché la vittoria era a portata di mano. Qualcuno ha deciso che bisognava perdere.Anche a Torino? Ma perché? Anche a Torino. E per capricci personali. Come Lega mi sarei potuto impuntare in tanti Comuni, ma non l’ho fatto per responsabilità. Altri hanno pensato più alla loro poltrona che alla città.Il discorso sulla successione alla leadership del centrodestra è rimandato a dopo il ballottaggio di Milano?C’è Milano, c’è Bologna, c’è Novara, c’è Grosseto, c’è Savona, c’è Varese, c’è Trieste. Ci sono tantissime città in cui ancora la partita è aperta.Certo, ma Milano è Milano, soprattutto per la sua parte di campo...Sì in termini simbolici è la partita più importante perché Renzi da sbruffone è venuto a dire che per loro sarebbe stato un calcio di rigore e invece il penalty l’han ciccato. Noi ovviamente stiamo lavorando a una proposta politica, al di là delle elezioni comunali, per cui chiameremo a raccolta l’Italia di centrodestra già la settimana dopo il ballottaggio con l’obiettivo di creare le basi per una futura alleanza.Silvio Berlusconi sosterrà questo processo?Penso di sì, immagino che sia suo interesse creare un’alternativa seria a Renzi e non lasciare campo libero ai soli 5 stelle.L’ha sentito dopo le elezioni?No, non ancora però magari lo farò già oggi.Confermato il sostegno di Matteo Salvini a Virginia Raggi?Non c’è un sostegno diretto. Io mi son limitato a dire coerentemente che se qualcuno mi chiede un consiglio - fatto salvo che i nostri elettori sono liberi di scegliere gli uomini e i programmi - mai darò indicazioni di voto per esponenti del Pd, per donne e uomini di Matteo Renzi. Nessuno mi sentirà mai dire “andate a votare il Partito democratico”.Dopo questi risultati crede che si aprirà una fase complicata per il premier all’interno del suo partito?Ebbé... Io non guardo di solito in casa altrui, guardo i nostri dati e mi impegno a crescere ancora. Ma sicuramente dentro al Pd dovranno iniziare a ragionare. Anche perché non c’è un problema solo a Roma. Hanno problemi a Bologna, a Torino, a Napoli. Hanno problemi in tutta la Toscana, soprattutto: ci sono alcuni Comuni in cui Lega e Pd sono appaiati.Anche nel suo schieramento, immagino, partiranno a breve molti ragionamenti.. Certo, ma non ci sarà alcuno scontro. Dopo i ballottaggi ragioneremo con calma