Ettore Rosato è ormai l’ultimo dei terzopolisti e per questo insiste nel dire che in vista delle Europee «tutti coloro che si considerano interessati a un’opzione moderata e riformista dovrebbero mettersi insieme».

Onorevole Rosato, Renzi ha lanciato Il Centro: è un progetto che la convince?

Penso che un progetto, per essere alternativo a destra e a sinistra ed essere interessante per gli elettori, deve avere una grande massa critica. Per questo tutti coloro che si considerano interessati a un’opzione moderata e riformista dovrebbero mettersi insieme.

Un messaggio a Renzi o a Calenda?

È un messaggio sia a Renzi che a Calenda e a tutti coloro che vogliono provare a contare in Europa per un’alleanza che io credo vada costruita comunque con il Partito popolare europeo. Per essere realisti, la maggioranza Ursula è probabilmente l’opzione più solida che c’è in Europa, ma conviene prendere prima i voti e poi fare i conti.

La ricerca di voti è nel Pd e in Forza Italia: pensa sia uno spazio contendibile o gli schieramenti sono ormai consolidati?

Penso che gli elettori siano molto più mobili di quanto lo erano in passato. E quindi le proposte politicamente sensate e interessanti possono auspicare di fare anche un risultato oltre le attese. Quello che conta è saper costruire un messaggio che dia la speranza di un’Europa più efficace e più capace di affrontare sfide fino a pochi anni fa inimmaginabili.

In sostanza quello che dice Renzi quando invita l’Europa a “svegliarsi”…

E infatti ha assolutamente ragione. Ma proprio per questo bisogna volare alto e riuscire a essere aggregativi per rispondere a un’esigenza che i nostri elettori ci manifestano con forza e che ci ha premiato alle ultime Politiche.

Pensa che Calenda si riavvicinerà al Pd?

Io penso che la nostra strada debba essere alternativa a quella del Pd. Poi ci può essere collaborazione in tante cose ma un terzo polo che va a braccetto col Pd ha concluso la sua missione prima di cominciare.

Si parla dell’ipotesi di abbassare la soglia di sbarramento per le Europee dal 4 al 3 per cento. Come stanno le cose?

Penso che ci fosse un’attenzione da parte di Fratelli d’Italia nel dare un’apertura a chi chiedeva l’abbassamento della soglia. Non ho visto nel terzo polo richieste in tal senso, nessuno le ha mai presentate e penso abbiano fatto bene a non farlo. Onestamente penso non sia una cosa utile e il 4 per cento è una soglia adeguata. Poi chi raccoglierà i voti sarà rappresentato.

Renzi ha parlato del sostegno al ddl Casellati mentre Calenda ha difeso le prerogative del capo dello Stato. Crede che l’elezione diretta del presidente del Consiglio vedrà la luce?

Vorrei prima vedere questo disegno di legge. Perché ne sentiamo parlare, abbiamo visto bozze smentite ma poi siamo ancora lì. È chiaro che per quanto mi riguarda, un meccanismo che consenta l’individuazione precisa di chi avrà la responsabilità di governo aiuterebbe a migliorare il nostro sistema istituzionale, ma servono tre cose.

Prego.

Primo: non intaccare l’autorevolezza del presidente della Repubblica; secondo: superare il bicameralismo paritario. E poi suggerisco l’inserimento di un meccanismo di sfiducia costruttiva che nell’ambito della stessa maggioranza garantisca il sistema parlamentare del nostro paese.

Che in sostanza è quel che dice il Pd, proponendo una sorta di cancellierato alla tedesca: vede fattibile un punto di caduta su questa proposta?

Magari ci fosse un’intesa ampia tra maggioranza e opposizione. Considero molto importante che su questo ci sia un accordo largo. Stiamo parlando di istituzioni che appartengono a tutti. Proviamo a farle insieme, le riforme. È interesse anche della maggioranza di governo.

A proposito di riforme, Azione e Iv sono decise nel sostegno alla riforma della giustizia, forse anche più della stessa maggioranza: farete da mediatori?

Penso che possiamo dare il nostro contributo. Non solo con una funzione di mediazione ma anche con una funzione di stimolo. Perché non abbiamo più tempo da perdere. E dobbiamo anche evitare di fare passi indietro come purtroppo mi sembra il ministro stia facendo sulla valutazione dei magistrati. Lo ha denunciato bene il collega Enrico Costa.

Giorgetti dice che il Superbonus gli dà il mal di testa, ma c’eravate anche voi nel governo Conte due. Che ne pensa a distanza di anni?

Prima di Giorgetti lo hanno detto Draghi e il ministro Franco. I bonus 110 per le case sono stati fatti male, senza tetti di spesa per lo Stato, e i danni si vedono. Certo, non si può lasciare per errori dello Stato nei guai gli imprenditori che hanno utilizzato una disposizione di legge. Quindi ora bisogna trovare soluzioni, nella consapevolezza che sono temi molto complessi.

Come lo è il salario minimo, che pure gli elettori vedono come qualcosa di molto vicino. Renzi e Calenda hanno idee opposte: qual è il suo pensiero?

Penso che i salari da fame siano un tema reale. E che qualsiasi soluzione si troverà per fare un passo in avanti va sperimentata. Ma non è un dibattito da università: vediamo che cosa proporrà il governo e proviamo a dare il nostro contributo per mettere a terra una misura efficace.