Da renziano della prima ora, coetaneo e amico del premier, è classificato tra i “renziani critici”. Non è quindi di quelli considerati pasdaran del “Ciaone” di Ernesto Carbone. Il modenese Matteo Richetti, deputato del Pd, “l’altro Matteo” di Largo del Nazareno scherza: «Non dico ciaone perché non ho lo slang romano... ». Ma l’ex presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna non è uno di quelli che ora vanno alla ricerca di capri espiatori. Con Il Dubbio sottolinea che i problemi non si risolvono con i cambi in segreteria. L’errore per lui è che Renzi «ha anteposto la battaglia sul referendum alle Amministrative». Quanto a Massimo D’Alema: «E’ stato rottamato da Pier Luigi Bersani, non da Renzi... ».Onorevole Richetti, domani 24 giugno riunione di direzione che si annuncia infuocata: le minoranze affilano le lame. Come andrà? Io dubito molto che sarà infuocata. O comprendiamo che questo è il momento di capire cosa sta succedendo nel Paese e capire che risposte dare, oppure prevale la preoccupazione di dare risposte a noi stessi. E quindi di risistemare un po’gli organismi dirigenti, gli assetti, spero che il Pd scelga per la prima strada.Niente teste che saltano (sembra che la minoranza voglia chiedere la testa di Matteo Orfini ndr)L’analisi del voto non può concludersi con qualche ritocco al partito.Lo dice perché Renzi intende fare ricambi in segreteria?Bisogna chiederlo a lui e io credo che oggi il partito abbia bisogno di una conduzione politica forte e di riferimenti per i territori che diano continuità. E’ evidente che Renzi di tutte queste cose è consapevole e saprà trovare una via. Ma il punto è un altro...Dove avete sbagliato?Si tratta di fare un’analisi del voto che prende atto del fatto che ci sono pezzi e strati significativi della società che non sono stati raggiunti dai benefici dell’azione di governo del Pd.Quali sono questi settori?Ad esempio, c’è un ceto medio che si è impoverito e non ha visto gli 80 euro, perché casomai al di sopra del reddito minimo che ne dà il diritto.C’è anche il pasticcio di chi li ha dovuti restituire...Ma quello è per colpa di un elemento di conguaglio di tutte le dinamiche fiscali. Ma torniamo al punto: ad esempio, c’è una diffusa piccola e media impresa fatta di artigiani che non beneficia del jobs act, perché il tema lì non è il costo delle assunzioni ma del mercato, anzi dell’ assenza di mercato. C’è una complessità di questioni, rispetto ai quali ci vorrebbe la consapevolezza del Pd del fatto che cose importanti sono state fatte, ma che molto altro serve ancora.Insomma, basta con la politica degli annunci, basta con l’eccessiva personalizzazione da parte del premier? Lo chiedo a lei che ora viene catalogato come un renziano critico.Io non sono interessato a come vengo catalogato. Ho sostenuto e fatto un pezzo di strada con Matteo e continuo a farlo convintamente. Perché so che Renzi ha iniziato a cambiare la politica del Paese. Si sono commessi errori...Quali?Anticipare così la discussione sul referendum mi sembra senz’altro un errore. Si è partiti dal presupposto che, essendo il referendum su una riforma oggettivamente ricca di buone motivazioni, anticipare quella discussione avrebbe inclinato il piano a nostro favore.E invece?Questo ha finito per mettere in secondo piano un appuntamento fondamentale come le Amministrative. E questo errore ha tra l’altro acceso i riflettori sulla prosecuzione di questo percorso politico e del governo quando invece andava messo l’occhio di bue su una riforma che secondo me è sacrosanta.Troppa personalizzazione da parte del premier che ha detto: se perdo me ne vado?Ma questo attiene di più all’elemento psicologico e antropologico di Renzi. Chiedere a lui di non essere Renzi mi pare un atto di presunzione eccessivo. Detto questo, invito tutti, a cominciare da me stesso, a partecipare di più. Questo partito ha bisogno di persone che diano il loro contributo ragionato e anche critico, non di gente che suoni la fanfara, né di altri che si contrappongano a priori. Serve un originale e personale contributo alla storia del centrosinistra fatta di contrasto alle ingiustizie, alle ineguaglianze. E bisogna anche saper mettere il presidente del Consiglio e questo gruppo dirigente di fronte ai problemi che ci sono.Faccia un esempio.Se non comprendiamo che sul tema delle banche c’è una sofferenza enorme e che i cittadini sono convinti che quel sistema, di cui si sentono vittime, poco abbia risentito di provvedimenti che riequilibrassero lo squilibrio a loro favore, non capiamo tutta la dinamica.Intanto, D’Alema dice a “Il Corriere della sera” che Renzi ha rottamato gli elettori. Ma intanto è stato rottamato dal parlamento anche lui. un errore?Bisogna ricordare che D’Alema non lo ha rottamato Renzi, ma non è più in parlamento dalla stagione in cui le liste le faceva Bersani. Io credo che D’Alema sia un’intelligenza politica superiore alla media. Ma, quando dice no al referendum, mi aspetto che lo faccia argomentandolo come no a questa riforma, non aggiungendosi a chi lo fa per chiudere questa esperienza di governo.