«Temo un crollo psicologico di Marcello. So che anche il presidente Berlusconi è molto angosciato». Parla con Il Dubbio, sul caso Dell’Utri, Elio Massimo Palmizio, il deputato di Forza Italia ( di cui è coordinatore emiliano) che con l’amico di una vita “Marcello” fondò all’epoca di Publitalia il partito azzurro. E parla nel giorno in cui il procuratore generale di Roma ha detto no alla scarcerazione di Dell’Utri nonostante la perizia parlasse di incompatibilità con il carcere.

Onorevole Palmizio, lei, con Antonio Martino, è l’ultimo fondatore di Fi rimasto in Parlamento. Ma soprattutto appartiene al primo nucleo fondante, essendo un ex dirigente di Publitalia con al vertice Marcello Dell’Utri. Come vive questa decisione non favorevole per l’ex senatore?

Conosco il senatore Dell’Utri dal dicembre 1982, quando entrambi non eravamo ancora parlamentari, ma eravamo in Publitalia. Lo conobbi tre mesi dopo aver conosciuto il presidente Berlusconi e da quel momento in poi per 35 anni consecutivi io ho lavorato sia con l’uno che con l’altro. Inizialmente in azienda e poi per la costituzione del partito nel 1993. Non voglio entrare nel merito della condanna per concorso esterno. Ricordo solo che è stato assolto per fatti dopo il 1992 quando il reato c’era e condannato per fatti commessi prima del ’ 92 quando il reato non esisteva. Non voglio ricordare il ricorso alla Corte europea di giustizia che per un caso assolutamente identico ha dato ragione a Bruno Contrada e non voglio ricordare che ieri la Cedu ha chiesto al governo italiano delucidazioni sul caso Dell’Utri. Voglio solo dire che Marcello sta male, ha patologie gravissime.

Lei non è solo l’amico di una vita ma anche il parlamentare che più spesso va a trovare in carcere Dell’Utri e informa sulle sue condizioni il leader di Forza Italia. Quando ha visto “Marcello” l’ultima volta e come lo ha trovato?

Sono stato da lui a metà novembre. Le patologie che ha non sono visibili a occhio nudo, ma sono assolutamente gravi e confermate. Soffre di un diabete mellito di grado piuttosto elevato, soffre di problemi cardiologici enormi e recentemente, dopo mesi e mesi in cui si chiedevano gli esami specifici, ritardati costantemente, anche di un carcinoma alla prostata di proporzioni gravi. Ed è ancora in attesa di sapere quali possono essere le cure da fare.

Che le ha detto Dell’Utri?

Mi ha detto che è molto, molto stanco. Sono ormai più di tre anni che è in carcere, prima a Parma, dove andavo ogni quindici giorni, e poi a Rebibbia dove continuo ad andare anche se meno di frequente perché è molto più complicato il sistema di gestione delle visite. Confidava molto Marcello nelle decisioni del Tribunale di Sorveglianza che non sono ancora arrivate. Auspico che la sua speranza abbia un lieto fine. Altrimenti temo molto un suo crollo psicologico.

Berlusconi lo ha definito “un prigioniero politico”.

Il presidente Berlusconi dice una cosa saggia, si è definito così lo stesso senatore Dell’Utri. Se si chiamasse Mario Rossi e non avesse fatto Forza Italia probabilmente sarebbe già fuori da più di un anno.

Tenerlo dentro in quelle condizioni è un rischio?

Da quello che è successo stamattina ( ieri mattina ndr) nell’udienza si evincono alcuni concetti molto chiari. I periti di parte, nominati dalla Procura, e i medici di Rebibbia hanno dichiarato la incompatibilità assoluta del regime carcerario con le patologie che il senatore purtroppo ha. I periti del tribunale hanno invece detto il contrario e cioè che può invece restare in galera. La Procura generale ha smentito gli stessi periti di parte da essa stessa nominati e ha chiesto che resti in carcere. E’ una cosa incredibile, abbastanza strana. In ogni caso confido che la magistratura giudicante, quindi giudici terzi, possa avere quel grado di umanità e giustizia che è mancato invece alla magistratura requirente.

Come sta reagendo Dell’Utri?

Studiando, ha dato tre esami all’Università di Bologna, la mia città. Ha preso in tutti e tre gli esami trenta e lode e quindi scherzosamente mi ha detto: sai, Massimo, ora sono anche preoccupato di non riuscire a mantenere questa media nei voti. Leggere, scrivere, studiare lo aiuta molto a non pensare. Credo sia il caso che i giudici ora si mettano la mano sul cuore perché, indipendentemente dalle sentenze, abbia le cure adeguate.

Lei è un trait- d’union tra Berlusconi e Dell’Utri. Che le ha detto il Cavaliere?

Quando mi sento con lui, ovviamente anche per motivi riguardanti il partito, lo informo sempre delle condizioni di Marcello, che lui non può andare a trovare. Il presidente è molto preoccupato e angosciato perché si rende conto che Dell’Utri sta pagando l’unico vero reato che ha commesso.

Quale?

Ha fondato Forza Italia.