UNO. «Io sono un avvocato», dice fiera Virginia Raggi. Poi, stessa intervista, sulla Muraro indagata, scandisce: «L'assessore mi ha garantito che non è arrivato neanche un avviso di garanzia»: perfetto. Domanda: possibile che un avvocato come la Raggi, che ha imparato il mestiere nello studio di Cesare Previti, non sappia che tra avviso di garanzia e essere indagati non c'è un rapporto necessario e che invece di chiedere alla Muraro farebbe meglio a leggere i giornali dove sono scritti i capi d'accusa e i nomi del Pm che indagano la Muraro?«Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia» è stato il mantra dei plurindagati dalla metà degli anni '80 ai nostri giorni. Altissimo, Poggiolini, Pomicino, ministri, sottosegretari e mazzettari d'epoca antica e recente, tutti a giurare di non aver ricevuto alcunché fidando nel trucco che l'opinione pubblica non sapesse che l'avviso non era la condizione né la conseguenza dell'essere indagati. Che lo faccia l'avvocato Raggi, che è anche sindaca di Roma, è un bruttissimo segno. Significa: le regole costruite su ondate di violento giustizialismo che pure hanno agevolato la mia vittoria a Roma, valgono per gli altri, non per me, la Muraro o quelli del M5s.DUE. La verità è che il M5s a Roma con Grillo è caduto in una trappola maligna. La storia non ha (quasi) mai insegnato niente a nessuno. Ma Grillo non ha imparato neanche da Marco Pannella, nonostante la sua creatività geniale. Pannella per decenni si oppose con inusuale durezza, al via libera di liste radicali alle elezioni di Comuni e Regioni. Grillo avrebbe dovuto insospettirsi. Invece, niente. S'è ficcato nel pasticcio di Parma passando da una splendida vittoria a una rissa continua col sindaco 5s di quella città. A seguire, ogni vittoria una polemica. Il capo radicale sapeva, al contrario del comico genovese, che impegno, passione e intransigenza nell'affermare la propria purezza svaniscono rapidamente, in altissima percentuale, di fronte alle possibilità concrete del potere e che uomini e donne, alla fine, quando si trovano nel posto giusto scelgono di avventarsi con ingordigia su staff, collaboratori, amici, parenti, consigli d'amministrazione, consulenza, controllo di commesse e, soprattutto, appalti. Per questo Pannella consentiva solo gruppi in Parlamento, dove poteva controllare tutto in tempo reale. I partiti negli enti locali hanno retto solo fin quando la militanza Pci, Dc, Psi, e perfino Pri, era pressoché militarizzata. Quando l'ingegnere Chiesa buttò alcuni milioni di mazzetta del water per salvarsi dalle manette, la fase in cui si partiva dal basso degli enti locali per conquistare spazio e potere nazionale era già finita da un pezzo. Sindaci e Governatori ormai sono diventati, ancor di più con la crisi, il lato imbarazzante e spesso impresentabile dei partiti (chiedere a Renzi: Bari, Napoli e via elencando).TRE. Incapace di usare la storia degli altri il M5s dopo una miriade di piccoli disastri s'è ficcato nel tritacarne di Roma. Una scelta la cui gravità si dilata col passare del tempo: quanto è fin qui successo non è grave quanto il futuro possibile che si intravede. Il sospetto è che la buca sia senza fondo. Inevitabile la domanda: Roma può fare implodere il M5s distruggendolo?L'aspetto perverso della trappola è evidente. Grillo sulla spinta (va detto a sua difesa) dei suoi sottoposti che muoiono dalla voglia di conquistare e dirigere l'Italia ha puntato l'intera posta: o si vince o si va a casa. Questa volta veramente e non come alle europee quando lo promise e poi non mantenne: si tratta di dimostrare, dando un'aggiustata a Roma, che il M5s è "diverso" da tutti gli altri, l'unico affidabile per tirar su il paese dalla crisi che lo sta squassando. Posta alta, rischio altissimo. Il guaio è che il M5s non può più tornare indietro per il modo stesso in cui è strutturato. Il Pd, di fronte al disastro di Marino, aveva di riserva la ritirata. Polemiche a non finire ma l'innestò. Gli restarono in mano solo pezzi, ma utili per non sparire. Invece, per il M5s se cade Roma cade tutto il resto perché Roma è stata giocata per dimostrare (con molta e molta più arroganza, e meno sostanza, di quella esibita da Renzi con la minaccia di dimettersi in caso di sconfitta nel Referendum) che il M5s è la soluzione del paese. Si dovesse anche trovare una scusa, per tirarsi indietro e separare le proprie responsabilità da quelle dell'amministrazione capitolina, ipotesi di scuola e non perseguibile, si riuscirebbe a dimostrare al massimo che i 5s non sono affatto diversi dagli altri e per di più hanno i difetti dell'improvvisazione, della confusione e dell'incapacità.