Luciano Nobili, deputato di Italia viva, sulla questione green pass e sciopero dei portuali dice che «la linea non può che essere quella della fermezza, perché in un periodo di ripartenza del mondo del lavoro non possiamo correre il rischio di fermarci di nuovo».

Onorevole Nobili, qual è la posizione di Iv sui possibili disagi legati al green pass obbligatorio sul lavoro?

Dobbiamo avere ben chiaro il quadro del contesto in cui ci troviamo, che è quello di una ripartenza che non deve essere interrotta. Siamo a questo punto grazie alla campagna vaccinale, al governo Draghi e al green pass, che non è uno strumento di segregazione come dice Fratelli d’Italia ma di libertà, visto che ci consente di andare al cinema, al teatro, al ristorante. La campagna elettorale tedesca è stata tutta incentrata sulla crescita del Pil dell’Italia, di questo dovremmo parlare.

Sì, ma la realtà delle cose dice che centinaia di lavoratori del porto di Trieste minacciano di fermarsi.

Ci sono alcune cose che potevano essere gestite meglio, ma non siamo ai tempi del governo Conte-Casalino con provvedimenti presi nottetempo in diretta Facebook. Sappiamo bene tuttavia come i blocchi portuali potrebbero creare problemi al sistema paese e sappiamo che c’è un problema serio sull’autotrasporto, tanto che abbiamo presentato un emendamento, a mia firma, per agevolare la ripresa del settore. A questi problemi vanno oggettivamente trovate delle soluzioni.

Per farlo conviene il muro contro muro che si è creato in queste settimane?

Tutti speriamo di metterci il prima possibile alle spalle il green pass, perché nessuno è contento di avere strumenti che in qualche modo “complicano” la vita delle persone, ma nel frattempo la linea non può che essere quella della fermezza, perché in un periodo di ripartenza del mondo del lavoro non possiamo correre il rischio di fermarci di nuovo. Chi ha un posto di lavoro è bene che se lo tenga ben stretto e si vaccini.

I portuali di Trieste hanno proposto lo slittamento dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass, mentre alcune forze politiche chiedono tamponi gratuiti. Cosa ne pensa?

Il governo sta dando delle certezze e abbiamo finalmente una politica di tempi giusti per adeguarsi con interventi e tempistiche chiari. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per trovare una soluzione ma linea del tampone gratuito non è accettabile, perché di fronte a uno Stato che sta spendendo tantissimo e garantisce giustamente il vaccino gratuito e il tampone gratuito per chi non può vaccinarsi non si capisce perché dovremmo offrirlo gratuitamente a chi non vuole vaccinarsi. Per quale ragione il costo di 500 milioni al mese per i non vaccinati dovrebbe essere a carico della collettività? Un conto è accompagnare i dubbi di qualcuno, un altro è accaparrarsi un costo così ingente a spese di tutti.

Non crede che il green pass sia uno strumento che nasconde l’ipocrisia di non voler mettere l’obbligo vaccinale?

Noi siamo favorevoli all’obbligo vaccinale ma io non vedo questa ipocrisia, che vedo invece in tanti politici che hanno responsabilità anche importanti e in quei no vax che si mascherano da no green pass. La politica, dopo 130mila morti e due anni di didattica a distanza, dovrebbe unirsi, non dividersi.