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Il filosofo Massimo Cacciari
Per il filosofo Massimo Cacciari «la politica è innanzitutto geopolitica e politica internazionale, e nei fatti il Pd nella sua stragrande maggioranza è in sintonia con un governo di destra» mentre il M5S «ha capito l’esigenza assoluta di aprire un tavolo di trattativa, perlomeno per una tregua». Ma dem e grillini difficilmente creeranno un’alterativa credibile alla maggioranza perché «i Cinque Stelle volenti o nolenti nascono come alternativa al Pd e sia Schlein che Conte non si sognano certo di fare un passo indietro, ammesso che entrambi durino cosa che non è affatto detta».
Professor Cacciari, come possono coesistere nel Pd posizioni come quella di Marco Tarquinio e quella di Lorenzo Guerini e altri?
Parliamo di una schizofrenia ridicola in un caso e nell’altro. Nel primo caso perché non è politica sparare obiettivi impossibili come lo scioglimento della Nato a prescindere dal giudizio che se ne può dare. Sono stupidaggini e discorsi che non hanno alcun senso politico. Dall’altra parte hai un partito che di fatto non si distingue minimamente in politica internazionale dalla Meloni e che quindi non ha ragione di esistere. La politica è innanzitutto geopolitica e politica internazionale, e nei fatti il Pd nella sua stragrande maggioranza è in sintonia con un governo di destra.
Chi è nettamente contrario all’invio di armi è il M5S di Giuseppe Conte: la sua linea pagherà?
Quella del M5S è una linea che si può discutere ma almeno è una posizione ma almeno è una posizione chiara. Si può discutere di quanto sia realistica e realizzabile ma perlomeno lascia intendere che si comprende il pericolo mortale che si sta correndo lasciando che le cose vadano giù per il precipizio. E quindi hanno capito l’esigenza assoluta di aprire un tavolo di trattativa, perlomeno per una tregua. Insomma, Conte è l’unico che si rende conto dell’estrema urgenza di una prospettiva di questo tipo.
Come si può realizzare un’alternativa al governo Meloni tra Pd e M5S da posizioni di questo tipo sulla guerra, e quindi sulla politica estera?
Quella di un’alternativa di governo è un’idea lontana anni luce. I Cinque Stelle volenti o nolenti nascono come alternativa al Pd e sia Schlein che Conte non si sognano certo di fare un passo indietro, ammesso che entrambi durino cosa che non è affatto detta. Parlare di un’ipotetica alternativa di governo al momento è dunque fantapolitica.
Quindi Meloni può dormire sonni tranquilli anche dopo le Europee?
Sicuramente non devono preoccuparsi di questa opposizione. Ma non per questo devono stare tranquilli. La Meloni si troverà di fronte a colossali problemi, come l’innalzamento del debito e la difficoltà di pagarne il costo, di cui solo Giorgetti mi pare avere contezza. I programmi della Meloni sulle magnifiche sorti e progressive dell’Italia sono destinate a morire entro l’anno, quando si dovrà mettere mano al bilancio.
Salvini ha una posizione ben distinta da quella di Meloni su temi decisivi, come la politica estera: riusciranno a coesistere ancora a lungo?
Intanto bisogna distinguere. Non penso che la Meloni creda in cuor suo quello che dice sulla guerra. E penso che la sua vera posizione sia più vicina a quello di Salvini di quanto appaia. Probabilmente per il suo ruolo di presidente del Consiglio e di guida del G7 non può fare altro di diverso, ma tutti i leader europei dotati di senno dovrebbero vedere quanto la guerra ci sta costando almeno in termini economici. Nel governo ognuno fa la sua parte in commedia ma nella sostanza mi pare siano tutti abbastanza consapevoli che questa guerra bisogna farla finire.
Pensa anche lei che l’Italia sia asservita agli Stati Uniti, e quindi alla Nato?
Non si tratta di asservimento, ma di un’Europa politicamente debole. L’Occidente è americano dalla seconda guerra mondiale e con questa guerra e dopo la pandemia lo è ancora di più. Non si tratta di asservimento ma di rapporti di forza oggettivi. E tutti coloro che vogliono starci dentro devono riconoscere questa egemonia. Che poi questa egemonia sia in crisi è fuori di dubbio, basti pensare che c’è una campagna elettorale tra un condannato e un presidente che dà evidenti segnali di debolezza psicofisica. Ma attenzione, questa è una brutta notizia per l’Occidente, non bella. Perché nessuno vuol morire russo o cinese.
La debolezza dell’Europa sarà recuperata dopo il voto di giugno?
Non verrà fuori nulla di importante da queste Europee. Può venir fuori una diversa governance ma ne dubito. Ritengo che ci saranno ancora i numeri per riconfermare la grande coalizione che ha governato finora l’Europa. Se invece ci fosse un cambiamento allora sì la Meloni ne uscirebbe estremamente rafforzata. Sarebbe la leader di destra che porta le destre europee al governo dell’Europa, ma da posizioni europeiste. Tuttavia dubito che ciò avvenga, anche visti i numeri negli altri paesi europei.