Lunedì 18 maggio si ricordano i cento anni dalla nascita di Karol Wojtyla, san Giovanni Paolo II. Per l’occasione papa Francesco celebrerà la messa del mattino dall’altare sulla tomba del suo predecessore alla cattedra di san Pietro, scomparso nel 2005 e canonizzato nel 2014, anziché come d’abitudine a Santa Marta. Sarà l’ultima delle messe mattutine del pontefice trasmesse in diretta da Raiuno e TV2000, dato che lunedì 18 è anche il giorno concordato per la riapertura delle chiese italiane all’uso liturgico. Grandi operazioni di bonifica sono in corso a Roma e in tutto il paese per rendere sicure le celebrazioni, per lo svolgimento delle quali sono previste regole rigorose, tra le quali c’è la distribuzione della ostie consacrate indossando guanti monouso e senza contatto con le mani dei fedeli.

La messa celebrata a Santa Marta ogni mattina alle sette da papa Francesco, in un ambiente segnato da un’architettura anni Sessanta, ha rappresentato uno dei maggiori eventi mediatici della stagione. I fedeli che si sono alzati presto per assistere al rito ancor prima di bere il caffè e per ascoltare la breve omelia pronunciata a braccio dal pontefice sono stati molti e hanno dimostrato grande costanza, in parallelo con l’attenzione dimostrata per le celebrazioni pasquali, fa le quali spicca la Via Crucis del venerdì santo nella Piazza San Pietro deserta, seguita da quasi otto milioni di telespettatori su Raiuno e da quasi un milione su TV2000, l’emittente della CEI diretta da Vincenzo Morgante.

La messa di Santa Marta supera costantemente il 25% di share su Raiuno, aumentando di circa il 7% gli ascolti della rete in quell’orario, e sfiora il 10% su TV2000, coinvolgendo ogni mattina circa due milioni di ascoltatori.

Per una decina di settimane l’appuntamento con papa Francesco, in un contesto semplice, quasi familiare, ha rappresentato l’inizio della giornata per centinaia di migliaia di italiani, che si sono ritrovati comunità nel rispetto di una scansione del tempo dal respiro monastico. Questo ha costituito un sostegno, morale e spirituale, significativo in un momento così particolare della vita. Moltissimi di noi, generazione fortunata che non ha conosciuto guerre né vere privazioni, non avevano mai conosciuto niente di simile e il pontefice ha individuato con grande capacità pastorale una modalità di vicinanza diffusa, mite, non invasiva, e ugualmente di grande prossimità.

La decisione di papa Francesco di offrire ai fedeli quest’occasione quotidiana di preghiera e di meditazione nel tempo del coronavirus, insieme a quelle di tenere aperte le chiese parrocchiali della capitale e di mantenere un atteggiamento non conflittuale con il governo riguardo alla ripresa delle celebrazioni, ha inoltre contribuito a indirizzare l’atteggiamento complessivo, e unitario, della Chiesa italiana di fronte alla pandemia e nei suoi rapporti con il potere politico.

Nel dare l’annuncio della cessazione della trasmissione in diretta delle celebrazioni mattutine, il portavoce di papa Francesco ha trasmesso una duplice indicazione del pontefice, che sottolinea l’importanza decisiva delle celebrazioni eucaristiche comunitarie, con la partecipazione familiare e diretta ai sacramenti, e insieme rinnova l’invito alla frequentazione quotidiana delle scritture, il vangelo in particolare. Ricordiamo la distribuzione di copie gratuite dei vangeli ai fedeli del 6 aprile 2014 in piazza San Pietro.

La Libreria Editrice Vaticana ha provveduto a raccogliere i testi di tutte le omelie pronunciate da papa Francesco nel corso di quello che è stato definito il tempo della crisi in un volume digitale che può essere scaricato, anch’esso gratuitamente, sul sito della casa editrice o su quello di Vatican-News, il notiziario della sala stampa vaticana.