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«Costituire un nuovo asse di centro-destra? Certo che sì, ma che si fondi su un sincero no al governo Renzi». Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d'Italia, conferma le prove d'intesa in una galassia che si è balcanizzata, ma fissa i paletti: prima serve un progetto comune e, soprattutto, nessuna preclusione preconcetta sul nome del leader.I colonnelli di Forza Italia diffidano di Parisi e guardano a Fratelli d'Italia e Lega Nord per un nuovo patto d'opposizione. Voi ci sareste?Certamente sì, ma bisogna chiarire prima che l'elemento imprescindibile è uno: noi non facciamo né faremo mai alcun patto del Nazareno. Se vince il no al referendum Renzi deve andare a casa e in ogni caso non va fatto nessuno sconto al suo governo. A partire da qui, siamo aperti ad ogni confronto sugli altri temi fondamentali, come l'economia e lo sviluppo del Paese.Eppure in Forza Italia ora si agita la questione della leadership...Io non metto bocca su ciò che decide un altro partito. Attualmente Forza Italia è chiusa a discutere se Parisi-sì o Parisi-no, io penso che lui possa certamente essere il nuovo leader di Forza Italia se così si deciderà, ma è chiaro che il tema della leadership in un nuovo centro-destra non si chiude in questo modo. Considero Parisi un ottimo compagno di viaggio, ma la guida si sceglie insieme, ad armi pari. Si possono usare le primarie, i sondaggi o qualsiasi altro metodo, ma questo viene dopo un accordo programmatico sui punti cardine di cui dicevamo.I nomi sul tavolo sono molti. Ne immagina qualcuno favorito?Nessun favoritismo, ma soprattutto nessuna preclusione. I nomi forti sono quelli intuibili, Matteo Salvini per la Lega Nord, Giorgia Meloni per Fratelli d'Italia, ovviamente Parisi se la vicenda di FI si chiuderà con la sua investitura, ma anche quello di Giovanni Toti. Considero il governatore della Liguria molto stimabile, perchè conquistato una vittoria tutt'altro che scontata in un territorio difficile. Resta però il punto fermo che prima si condivide la logica intorno alla quale unirsi, poi si sceglie la figura in grado di guidare l'alleanza.Chi vede intorno a questo tavolo di confronto?Noi ci siamo e siamo aperti a tutti, da FI alla Lega Nord, ma anche all'esperimento pugliese di Raffaele Fitto e al nuovo gruppo di Mario Mauro, ex di Scelta Civica che ha lanciato un nuovo progetto politico. Del resto, a maggior ragione con questa nuova legge elettorale, è impensabile andare da soli e l'unica strada che vedo è quella di una federazione di partiti.Però il percorso sembra piuttosto accidentato...Sicuramente l'attuale diaspora di Forza Italia non contribuisce a chiarire gli orizzonti e le prospettive di un futuro progetto comune. Fermo restante che, almeno per come la vedo io, l'unico leader di quel partito rimane ancora Silvio Berlusconi.Fratelli d'Italia ha inaugurato da tempo un asse con la Lega Nord, che ha dato buoni frutti alle ultime amministrative anche dove correva contro Forza Italia, per esempio a Roma. Un rapporto privilegiato?A Roma l'apporto della Lega è stato più che altro simbolico, ma è vero che nelle Marche e in Toscana ma anche a Torino l'alleanza tra Fratelli d'Italia e Lega Nord ha portato a risultati incoraggianti, perché è risultata vincente contro i singoli candidati di Fi. Questo dimostra come la sinergia funziona se gli egoismi personali si piegano ad un progetto comune. Noi e la Lega abbiamo prima di tutto una base condivisa, anche a livello nazionale: nessun favore al governo Renzi e, soprattutto, riteniamo che sia necessario un nuovo atteggiamento nei rapporti con l'Unione Europea.Il nuovo corso di Forza Italia sembra guardare con forza alla società civile e imprenditoriale. E' il tramonto dei politici di carriera?Esiste una società civile molto più incivile dei politici, ma anche politici poco rispettabili. Fa fede la storia personale senza pregiudiziali. Non mi piacciono questi steccati, io per primo mi considero nel mezzo: non ho mai rinunciato al mio lavoro ma sono anche un politico. Poi, per definizione, anche chi viene dalla società civile ed entra nelle istituzioni diventa un politico.