«Ancora una volta le forze oscurantiste colpiscono e questa volta un sacerdote è stato ucciso. In modo selvaggio, egli è stato decapitato in nome di Dio. Per commettere un atto simile bisogna essere un integralista, un fondamentalista, un energumeno? Non bisogna avere più paura di dirlo. L'islamismo è la malattia del secolo». A scriverlo è l'imam di Nimes Hocine Drouiche, vicepresidente degli imam di Francia, nel suo messagio di cordoglio fatto pervenire all'agenzia asianews. it, diretta da padre Bernardo Cervellera. Che a sua volta spiega: «Non dobbiamo farci vincere dalla paura ma ritrovare le ragioni profonde del perché celebriamo messa e accogliamo gli altri. Non chiuderò certo la chiesa per paura dell'Isis». E ci spiega quello che sta accadendo.Padre, l'attacco terroristico a una chiesa è una novità, un salto di qualità?Una novità per l'Europa. Di per sé lo Stato islamico da almeno due anni ha detto che le chiese sono degli obiettivi come ristoranti, stadi, moschee, sinagoghe? Prima o poi qualcuno doveva farlo. Crescendo numero e intensità di violenze in Europa, i terroristi hanno pensato di fare un attacco anche a una chiesa. Ma bisogna anche dire che lo hanno fatto in un luogo periferico, non in uno altamente simbolico. Ricordiamo che circa un anno fa la rivista dell'Isis aveva pubblicato l'immagine della sua bandiera nera che sventolava su San Pietro, ma non hanno attaccato San Pietro. L'attacco alla chiesa in Normandia è molto simbolico ma anche molto vile, rivolto contro uno sparuto gruppo di anziani.È normale per gli integralisti attaccare le chiese?Che le chiese vengono prese di mira è una cosa che sta succedendo da tantissimi anni. Fa parte delle fondamenta dell'Isis. Ricordo un attacco che è avvenuto diversi anni fa a Baghdad all'interno della chiesa siro ortodossa in cui 5 terroristi sono entrati durante la Messa e hanno ucciso più di 50 persone fra cui i due preti e anche un chierichetto di otto anni. Fu forse il primo attacco di questo genere in Medio Oriente, un grande massacro, e segnò un punto di svolta. Nel mondo ci sono tante uccisioni di cristiani con attacchi a chiese in Iraq, Siria, anche in Libano, in altro modo in Nigeria.Perché?Questo fondamentalismo islamico che è incominciato per combattere soprattutto gli sciiti in Iraq e in Iran, in funzione "amichevole" verso l'Arabia Saudita. Poi ha cominciato a crescere e a prendere di mira tutti gli altri, gli atei, i cristiani, le minoranze. Si pensi agli yazidi in Iraq. La Chiesa poi viene assimilata in qualche modo - anche paradossale per tanti motivi - all'occidente.Quindi si vuole combattere l'occidente colpendo la sua religione?Un aspetto interessante che mi hanno fatto notare degli amici musulmani è che la Chiesa in occidente è oggi il luogo più aperto e dialogico, è luogo di accoglienza e dialogo. Colpire la Chiesa vuol dire rifiutare la possibilità di incontro con i musulmani. Pensiamo alle occasioni di dialogo organizzato, oppure al tema dell'accoglienza dei rifugiati. Da parte dello Stato islamico ci sono dei proclami precisi che incitano a distruggere le zone d'ombra e le zone grigie (intese in senso per noi positivo di zone di incontro, ma per loro negativo) degli islamici in occidente,. Cioè le aree dove gli islamici sono amici dell'occidente, dialogano e si integrano. Per l'Isis dell'occidente bisogna essere solo nemici, e loro vogliono spingere i musulmani a stare solo dalla parte dei fondamentalisti. Uno scontro noi-voi senza mezzi termini.Come si può reagire?Da questo vengono fuori due conseguenze. Per prima cosa non si può in nome di questi attacchi fermare l'accoglienza ai rifugiati, primo perché gli immigrati non sono tutti terroristi, e poi perché così facendo si farebbe il gioco dell'Isis, si accetterebbe il principio sbagliato "voi contro di noi". Però il problema nostro in occidente è che non c'è un progetto vero e proprio di integrazione, si lascia vivere le comunità musulmane isolate, ai margini, chiuse. Senza confronto, senza un'acculturazione per comprendere i valori dell'occidente, dal rispetto alla libertà di coscienza.E il secondo punto?Non ci si può nascondere dietro un dito. Il fondamentalismo ha una radice geografica ed economica chiara nei Paesi del Golfo, che sostengono anche finanziariamente gli imam e le moschee radicali. L'occidente con l'Iran ha azzerato i rapporti per timore del terrorismo, ma non fa lo stesso col terrorismo sunnita. Bisogna che ci sia una scelta.Per quanto riguarda le chiese, bisogna rafforzare la sicurezza?La Francia colpita da tanti attacchi terroristici da tantissimo tempo continua a predicare maggior sicurezza ma fa acqua lo stesso. Probabilmente è difficile controllare tutto. Io da parte mia non chiuderò certo la chiesa, non bisogna farsi vincere dalla paura. Piuttosto bisogna ritrovare il vero grande motivo per cui si fanno le cose, per cui si celebra la Messa e si incontrano gli altri.Il Papa è a Cracovia con milioni di giovani. Preoccupato?Cracovia è molto significativa. Da una parte c'è un grande spiegamento di sicurezza, il Papa è una preda ambita dallo Stato Islamico, che sembra essere alla fine e quindi cerca di segnare punti in tutti i modi. D'altra parte però la Giornata mondiale della gioventù è un bellissimo esempio di profezia, milioni di giovani di culture di tutto il mondo che si incontrano.