Giulio Tremonti è uno dei pochi politici italiani ad avere una ricca dimensione culturale e una predisposizione non comune a inquadrare i problemi del presente in una cornice storica.

In una delle sue ultime interviste, riflettendo sul futuro dell’Europa dopo la Brexit, che ha sostenuto che «tocca al centrodestra la mossa: deve articolare i temi della nuova Europa, senza minacciare rotture che provocano reazioni di chiusura, ma elaborando nuovi progetti di sviluppo, anche istituzionale e normativo».

Si tratta di una posizione molto chiara e impegnativa, che il leader della Lega Matteo Salvini farebbe bene e non trascurare, anche se per la verità le idee avanzate da Tremonti potrebbero essere recepite anche a sinistra, se vi fossero orecchie e menti più aperte e sensibili.

Accogliere l’invito di Tremonti consentirebbe al centrodestra di uscire da una sterile posizione antieuropea e anti euro, che fa molto male all’Italia senza portare alcun beneficio alla Lega, per indicare finalmente un progetto di riparazione dell’Unione europea. Ci vuole una “chiave inglese” per riprendere la felice definizione di Tremonti.

Anche alla sinistra, come detto, le idee di Tremonti farebbero bene e consentirebbero di passare da un europeismo di maniera a un europeismo più conforme agli ideali dei suoi fondatori.

Nella sua intervista l’ex ministro dell’economia suggerisce alcune azioni da fare con una “chiave inglese”, ricordando giustamente come la Gran Bretagna avesse tentato di ridefinire l’identità e i compiti dell’Unione europea prima di consacrare un abbandono che è destinato a pesare sulle sorti future dell’Europa.

Tremonti consegna al centrodestra una serie d’indirizzi utili a ricostruire un’idea credibile e convincente di Europa, che per la verità fanno parte del corredo culturale della dottrina cattolica e del riformismo liberale. A partire dal principio fondamentale di sussidiarietà, che dovrebbe essere posto a fondamento dell’Unione europea. Il principio di sussidiarietà può permettere quell’opera di ristrutturazione dell’Europa unita, auspicata da Tremonti, che non può non fondarsi su di un’autentica concezione federalista. L’Europa, in sostanza, non si occupi che di alcune questioni fondamentali, quali la difesa, la sicurezza, la politica estera e una politica di bilancio comune, lasciando ai singoli Stati e alle comunità locali la responsabilità su materie che possono essere meglio e più efficacemente gestite a livelli più vicini alla popolazione.

Anche Sergio Fabbrini, un illustre accademico che da tempo riflette sullo stato attuale dell’Europa e sulle strade da intraprendere per salvarne l’anima, ha spiegato la sua visione incentrata su un’unione sovranazionale con caratteristiche federali ( cioè con competenze e poteri limitati e distinti).

Ebbene, come ricordato all’inizio, la proposta rivolta da Tremonti al centrodestra di impostare in modo nuovo il suo rapporto con l’Europa, darebbe al centrodestra una forza nuova, non limitata a una propaganda dannosa e sterile, e consentirebbe all’Italia di riprendere il suo ruolo di Nazione protagonista e ascoltata in Europa.