«Qello di Mafia-capitale è un processo che definirei particolare, di più non mi faccia dire». Ne è convinta l'avvocato Ippolita Naso, titolare della difesa di Massimo Carminati, il teorizzatore "mondo di mezzo" e principale imputato con l'accusa di 416bis, associazione per delinquere di stampo mafioso.Avvocato, dopo le testimonianze dei giorni scorsi sembra che l'elemento mafioso su cui si è fondata l'inchiesta si stia lentamente dissolvendo...Questo è vero, però mi lasci aggiungere che l'attenzione parossistica e ossessiva della stampa per questo procedimento non ha giovato né all'indagine né al processo.L'attenzione, però, è stata giustificata da un capo di imputazione tanto grave, utilizzato al di fuori degli schemi classici dell'associazione mafiosa.Guardi, io credo che ci sia stata, da parte della stampa, una presa d'atto pedissequa delle ipotesi accusatorie. Carminati è stato condannato prima del processo, con un appiattimento acritico sulle tesi della Procura e una ratifica alla cieca ancora prima del dibattimento.La testimonianza dei Ros, che hanno smentito di aver inviato alla procura informative contenenti l'ipotesi del 416bis, però, è stata dirompente.Il maggiore De Lellis, che faceva parte del II Reparto dei Ros e indagava per reati contro la pubblica amministrazione, ha ammesso di non aver riscontrato alcun elemento che facesse ipotizzare il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Stiamo parlando di un militare che si è occupato di indagini delicatissime, a partire da quelle su Finmeccanica. Il fatto che lui abbia escluso il metodo mafioso e lo abbia chiarito in dibattimento colpisce duramente l'impianto accusatorio. Trovo singolare, però, che un testimone di questo calibro non fosse stato inserito dall'accusa nella lista dei testimoni.Una dimenticanza della Procura?Dimenticanza certamente no. Diciamo che, se si vuole usare un pizzico di malizia, si possono intuire le ragioni di questa omissione.Eppure, la IV sezione penale della Cassazione, ad un ricorso del 2015 promosso dai difensori di Salvatore Buzzi (altro imputato nell'inchiesta Mafia-capitale ndr) ha confermato la correttezza della contestazione di 416bis mossa dalla Procura. Come si spiega?Quel ricorso in Cassazione, che noi come difensori di Carminati non abbiamo presentato, si è basato solo sul materiale raccolto nel corso delle indagini preliminari e molte di quelle risultanze sono oggi state smentite nel corso del dibattimento. Bastino alcuni esempi: alcuni testimoni rilevanti non erano stati sentiti nella fase delle indagini e le delibere oggetto di mercimonio secondo gli inquirenti sono state acquisite agli atti solo in fase dibattimentale. I giudici di Cassazione si sono espressi sulla base di ciò che era agli atti quando è stato presentato il ricorso.E quindi ora i fatti si stanno rovesciando?Ora il dibattimento ha portato alla luce elementi che intaccano il quadro accusatorio iniziale. Inoltre, se vogliamo prendere in considerazione altri elementi, è stata depositata anche la sentenza di Appello sull'inchiesta riguardante la cosiddetta mafia di Ostia. Anche in quel caso in primo grado l'imputazione era associazione di stampo mafioso, ora derubricata ad associazione per delinquere. E in quell'inchiesta erano presenti elementi molto più pesanti a carico degli imputati rispetto a ciò che viene contestato in Mafia-capitale a Carminati.Per quali ragioni ritiene che, nel caso di Mafia-capitale, non sia ravvisabile l'ipotesi di 416bis?Attenzione, nessuno qui sta sostenendo che le mafie non tradizionali non esistano. Il punto, giuridicamente, è un altro. La norma di cui al 416bis ha dei limiti precisi: deve essere la realtà a coincidere con la fattispecie, non la fattispecie a modellarsi sulla realtà. L'associazione mafiosa prevede il cosiddetto metodo mafioso, che si compone degli elementi di violenza e intimidazione. Stando alle risultanze processuali, questi elementi non sussistono.Molto rumore per nulla, dunque?Mi limito a rilevare come, nel caso di Carminati, ci sia stata una condanna preventiva, rovesciando il canone del processo che dovrebbe fondarsi sulla presunzione di innocenza. Il clamore mediatico intorno all'inchiesta ha creato l'insolita situazione per cui non era l'accusa a dover dimostrare la colpevolezza, ma la difesa a dover portare le prove dell'innocenza dell'imputato.E' presto per immaginare gli esiti di questo processo?Diciamo che non mi sento di esprimere troppa tranquillità, anche se credo che l'impianto accusatorio sia stato incrinato dalle deposizioni di questi giorni.Teme che l'eco mediatico produca anche effetti processuali?La spettacolarizzazione di quest'indagine e il taglio da fiction che ne è derivato sicuramente non aiutano. Pensi che ancora oggi si mandano in onda le immagini dell'arresto di Carminati e che il girato è stato addirittura inserito nel film su Emanuela Orlandi. Le conseguenze di questo show mediatico sono e rimarranno tutte sulla pelle di tutti gli imputati.