Destra radicale e sinistra radicale ultimamente sono unite su due cose. Il populismo: penale, sociale, economico, comunque sia populismo. E da qualche tempo hanno un altro elemento in comune: l’avversione nei confronti del magnate George Soros. Qualsiasi cosa accada nel mondo la colpa è di quel signore riccastro, che sarebbe impegnato in un gigantesco complotto per ridisegnare a suo favore i confini e addirittura i caratteri somatici dei popoli del mondo.

A sinistra li abbiamo visti in azione sul caso del giornalista Gabriele Del Grande, tenuto, senza motivo, nelle carceri turche e poi liberato grazie anche all’intervento delle autorità italiane. La sua immagine, giustamente osservata con grande rispetto e apprensione, si è incrinata davanti a questa accusa: i suoi lavori - è anche infatti un documentarista - sono finanziati da Soros! Accusa che Del Grande ha respinto con uno sdegno sinceramente incomprensibile: che cosa ci sarebbe infatti di male, qualora fosse vero, a farsi finanziare dalla sua Fondazione?

Ma Soros oggi ha soprattutto un’altra colpa. Sarebbe il responsabile di un progetto preciso per far saltare in aria il nostro Paese. L’obiettivo, attraverso il finanziamento dell’immigrazione, è quello di favorire... il meticciato. Lo pensa il leader della Lega, Matteo Salvini. «Sono sempre più convinto ha detto - che sia in corso un chiaro tentativo di sostituzione etnica di popoli con altri popoli. Questa non è un’immigrazione emergenziale ma organizzata che tende a sostituire etnicamente il popolo italiano con altri popoli, lavoratori italiani con altri lavoratori». Le guerre, la povertà, la disperazione per Salvini non hanno alcuna valenza. Il vero responsabile, la mente diabolica, il Grande Fratello, è uno, è lui: il magnate. «È un’operazione economica e commerciale - dice il segretario leghista - finanziata da gente come Soros. Per quanto mi riguarda metterei fuorilegge tutte le istituzioni finanziate anche con un solo euro da gente come lui. Non potrebbero poter mettere piede in Italia».

Sì, perché l’imprenditore ungherese naturalizzato statunitense nei giorni scorsi era in Italia dove ha incontrato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. L’equazione è presto fatta. Mentre il pm Carmelo Zuccaro veniva audito dalla commissione difesa a proposito delle sue accuse rivolte alle Ong che lavorano per salvare i migranti, il premier italiano riceveva il responsabile dell’invasione migratoria. Come non vedere la coincidenza? Come non leggere il significato recondito ma vero? Insieme a Salvini lo hanno pensato diversi utenti del web che hanno rilanciato la notizia dei due incontri paralleli e anche Giorgia Meloni ( Fratelli d’Italia) lo ha sottolineato: «Non mi è chiara la ragione per la quale, in questi giorni, in cui il tema delle Ong è al centro del dibattito, Gentiloni abbia ricevuto Soros». Il complotto è servito. E poco importa che il premier lo abbia incontrato proprio per chiedergli di fare investimenti in Italia come suggeriva polemicamente la stessa leader di destra.

La convinzione è questa. Forza Nuova, che ha srotolato uno striscione ( «Ong scafisti» ) davanti alla sede dell’Oim, lo ha ribadito: tutta colpa di Soros. Contano non i fatti, ma le paure; non le notizie, ma le bufale. L’intreccio tra fake news ( notizie false), complottismo e giustizialismo è molto forte. Si alimentano l’uno con l’altro, istigando le paure delle persone. Non si cerca di comprendere che cosa sia davvero il lavoro delle Ong, in quale situazione si muovano. Questo passa in secondo piano. Emerge invece il complotto che favorirebbe il meticciato, come se già non vivessimo in una cultura meticcia.

I fatti restano altri. Migliaia e migliaia di persone che fuggono da guerre e povertà e un magnate che, per fortuna, aiuta chi li aiuta. Ma le teorie complottiste per quanto assurde o campate in aria hanno sempre più presa sulle persone: il complotto dà comunque una visione lineare della realtà, la semplifica a uso e consumo del senso comune. Ed è sempre più difficile non cadere nella trappola.