Fabrizio Cicchitto, a lungo berlusconiano di ferro e ora presidente di Riformismo& Libertà, definisce il caos attorno al terzo polo «una follia allo stato puro» perché «sono così forti le ragioni che dovrebbero spingere a mettere da parte le sfumature che se non prevalessero i contrapposti egocentrismi si dovrebbe fare di tutto per tenere insieme la baracca».

Cicchitto, come vede la contrapposizione tra Matteo Renzi e Carlo Calenda per il futuro del terzo polo?

Capisco che le cose viste dall’interno o dall’esterno in certi casi possono essere agli antipodi, ma vedendole dall’esterno devo dire che rimango abbastanza esterrefatto. Nel senso che in teoria esisterebbero tutte le condizioni perché un terzo polo riformista, aperto alle culture liberalsocialista, cattolica e così via in questo momento accentui i suoi interventi politico culturali programmatici puntando a consolidarsi en attendent Godot.

Da chi è rappresentato Godot?

Dal futuro di Forza Italia e del Pd. Forza Italia non smotta, essendo legata organicamente alla figura di Berlusconi. Se il cavaliere supera questa fase delicata non penso che ci potranno essere scissioni in Forza Italia a destra e sinistra. Forza Italia nasce da Berlusconi, si sviluppa molto oltre il solo Berlusconi inglobando in sé culture varie e poi succede che prevale il partito personale e coloro che si scindono non hanno risultati. Ma il restringimento della classe dirigente e politica in Fi ha avuto come risultato il passaggio dal 30 al 7- 8 per cento. Che è uno zoccolo duro che regge finché Berlusconi resta in campo.

E il Pd?

Il Pd è in una situazione assai paradossale, nel senso che è tutto spostato a sinistra e la sua gestione politica è affidata più a forze esterne al Pd che a forze interne. A mo’ di battuta si potrebbe dire che per fortuna nella segreteria del Pd c’è anche qualcuno del Pd. E l’insofferenza dell’area cattolica e moderata è molto rilevante. Se uniamo questa direzione politica settaria a quanto detto sopra su Forza Italia, razionalità vorrebbe che il terzo polo stringesse i denti, si impegnasse nella sua crescita politico culturale e mettesse da parte l’antagonismo tra i due consules.

Che però non sembrano intenzionati a venire a patti, mandando avanti ambasciatori che assomigliano più a falchi che a colombe: che ne pensa?

Il fatto che stia avvenendo l’esatto opposto di quello che ho appena auspicato è una follia allo stato puro. C’è una domanda riformista di varie culture, liberale socialista e cattolica, che allo stato delle cose non ha una risposta forte e potrebbe averla in un terzo polo che non si rifacesse nell’egocentrismo di Renzi e Calenda. Ma mi rendo conto che c’è una logica maledetta dei corpi politici e dei leader politici in senso stretto tale per cui da dentro il mio discorso può sembrare lunare.

Crede che la frattura sia ancora ricomponibile?

Sono così forti le ragioni che dovrebbero spingere a mettere da parte le sfumature che se non prevalessero i contrapposti egocentrismi si dovrebbe fare di tutto per tenere insieme la baracca. Ho paura che alla fine, trattandosi di cosiddetti partiti personali, l’egocentrismo potrebbe prevalere perfino sull’interesse delle persone. Ciò detto, siccome mai dire mai, mi auguro che all’ultimo secondo prevalga la ragione sull’irrazionalità. Purtroppo ormai la forza specie nel mondo moderno, si nutre di irrazionalità ed è accentuata dall’egocentrismo che si realizza nel tweettare compulsivamente minuto per minuto invece di chiudersi in una stanza e chiarirsi.

Nel caso in cui la frattura si dovesse ricomporre, non crede che ormai si sia andati comunque troppo oltre nelle accuse reciproche tra i due schieramenti?

Il rischio che anche se la frattura si ricomponesse gli elettori non capirebbero esiste, ma credo sia minore rispetto a quello di mandare tutto all’aria. Può anche darsi che in caso di ricomposizione le cose in un primo tempo rimangano un po’ in stallo e poi prevale la logica di andare avanti assieme. Parliamo di due monadi molto simili che però sono guidate da due personalità molto forti e la cosa peggiore che può avvenire è un litigio tra queste.

Fin dove può arrivare il terzo polo se costituirà un partito unico?

Lo spazio di movimento dipende da due fattori: bisogna vedere se il governo continuerà sulla linea tutto sommato di equilibrio tenuta finora e se il Pd riuscirà ad andare oltre l’estremo infantilismo politico dimostrato nelle ultime settimane. Ma queste sono varianti che vanno al di là delle logiche di esistenza del terzo polo.