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Il Consiglio di Stato francese ha sospeso le ordinanze del sindaco di Cannes e di un'altra ventina di sindaci che - sostenuti e incitati di partiti politici, anche nazionali - avevano proibito alle donne musulmane di usare, sulle spiagge, il cosiddetto "burquini", e in pratica avevano ordinato loro di spogliarsi.Il presidente francese - socialista e laico - Francoise Hollande, ha applaudito l'iniziativa dei sindaci, in nome della cultura occidentale e dell'identità francese.Noi su questo giornale, con alcuni articoli (tra i quali quelli di Tiziana Maiolo, di Angela Azzaro e di Angiolo Bandinelli) ci eravamo chiesti se il nocciolo duro di questa cultura occidentale e francese alla quale ci si richiama, non sia la tolleranza, che è il contrario esatto del divieto e dell'imposizione. Ci era sembrato che tradurre in divieti la cultura "dei lumi" fosse molto contraddittorio, e forse anche illegale. E questo senza entrare nella discussione su come fronteggiare alcune manifestazioni anti-moderne e maschiliste della cultura islamica, che producono oppressione e sottomissione della donna.Il consiglio di Stato francese ci ha confermato che l'idea che ci eravamo fatti non era sbagliatissima. E soprattutto ha confermato che il diritto è il diritto e non deve adattarsi alle emozioni del momento. La sentenza del Consiglio di Stato è chiarissima, esplicitamente dichiara che non si possono inventare le regole facendosi condizionare dall'emergenza, e ci ha detto che quel divieto è illegale e viola le libertà essenziali garantite dalle leggi e dalla Costituzione.Sapete che questo giornale non è mai tenero coi magistrati. Stavolta dobbiamo dire che la contrapposizione tra magistratura e politica è molto limpida: la magistratura dalla parte del diritto, la politica dalla parte della demagogia.