Fino a poco tempo fa era noto a tutti come «l'incubo» di Grillo e Casaleggio, l'avvocato esperto di statuti e regolamenti pentastellati capace di rendere giustizia ai militanti grillini espulsi via click. Per questo probabilmente Lorenzo Borrè ha goduto per anni di stampa “positiva”. Fino a pochi giorni fa, quando all'improvviso sui media si è trasformato, da “castigatore” di soprusi, in “avvocato di Priebke”. Il motivo? Aver accettato la difesa della reputazione e della privacy di Liliane Murekatete, moglie di Aboubakar Soumahoro sul cui carico, al momento, non pende alcuna indagine legata alle cooperative gestite dalla madre, Marie Therese Mukamitsindo. Buona parte dell'informazione però ha già istruito e concluso il processo: Murekatete è colpevole e il suo avvocato non può che essere un poco di buono. Anzi, un semi nazista che vent'anni fa accettò di difendere Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine.

Avvocato, ci risiamo. Non è a prima volta che un legale viene identificato col proprio assistito...

L'ha notato persino il Fatto quotidiano, che in un trafiletto ha segnalato come uno passi dall'essere un buon avvocato a un avvocato sulfureo a seconda di chi decide di difendere.

Le chiedono di scusarsi per aver difeso Priebke?

Era un'assistenza volta a far valere l'esistenza di diritti della personalità di un ergastolano in conformità con la Costituzione. Non ho difeso Priebke in base al codice nazista. Non mi era mai successa una cosa del genere: dovermi quasi giustificare per la mia attività di avvocato.

Il non detto di questa campagna mediatica è un sillogismo bizzarro: Borrè ha difeso un nazista, dunque Borrè è un nazista...

Mi sembra un ragionamento di una povertà intellettuale incredibile. Perché se avessi mai partecipato a manifestazioni nostalgiche o scritto apologie di Hitler lo potrei capire, ma inferire il mio essere nazista dal fatto di aver difeso un ex Ss significa che siamo davanti all'analfabetismo costituzionale. Se estendessimo questa logica a qualsiasi altro reato grave, degno di altrettanta esecrazione sociale ci troveremmo davanti a una schiera di avvocati a cui, una volta conclusa la difesa, non resta che gettarsi al fiume.

Lei è un avvocato civilista, per cosa si rivolse a lei Priebke?

Sono un avvocato civilista che si occupa anche di questioni penali collegate al civile, ad esempio la diffamazione. Nel caso di Priebke mi sono occupato prima della richiesta di applicazione dell'amnistia del '66 che gli fu negata in quanto si stabilì, in maniera più che discrezionale, che non ne potessero usufruire i cittadini tedeschi. In più il mio assistito veniva accusato di essere l'artefice anche di misfatti che non aveva commesso, come l'omicidio di Bruno Buozzi e l'aiuto ai dittatori sudamericani per sbarazzarsi dei dissidenti, come sosteneva un articolo di Luis Sepúlveda. Ho fatto valere il principio che anche un uomo con reputazione compromessa ha un residuo di reputazione tutelabile in quanto persona. Perché anche se condannato all'ergastolo non puoi essere additato come il protagonista di ogni malefatta, sarebbe l'annullamento della personalità giuridica dell'essere umano.

Perché adesso è stato contattato da Liliane Murekatete che non risulta indagata?

Perché è stata oggetto di un bombardamento mediatico e di invasione della privacy che non si vedeva dai tempi di Cogne. Hanno demonizzato una persona, con contestazioni che nulla hanno a che vedere con il caso delle cooperative della madre. La moglie di Soumahoro sapeva dei suoi precedenti assistiti o le ha chiesto chiarimenti dopo aver letto la storia sui giornali?È rimasta profondamente dispiaciuta per l'attacco che ho subito. Hanno cercato di inserirmi nel tritacarne per “mostrificarmi”, per trasformarmi in un “nemico oggettivo”, un nemico del popolo si sarebbe detto un tempo. Un nemico indicato dagli stessi organi di informazioni che fino a poco tempo fa la glorificavano...Anche quando mi glorificavano, non facevo altro che agitare argomenti di diritto costituzionale. Argomenti apprezzati da giuristi del calibro di Valerio Onida e Sabino Cassese. Ma questi signori come pensano? Borrè è Zelig o è semplicemente un avvocato? La difesa del diritto è un giuramento. È come se un medico scegliesse di non curare qualcuno nonostante il giuramento di Ippocrate. E non è che appena un medico cura un nazista diventa nazista.

Forse, nella percezione comune, quello alla difesa non è considerato un diritto fondamentale come quello alle cure?

È vero, ma è un problema di mancanza di cultura, a volte anche tra i colleghi. L'articolo 24 della Costituzione (il diritto inviolabile alla difesa, ndr) non è un poster che appendi in camera quando ti pare. La Costituzione è una cosa seria, è il prodotto della nostra cultura giuridica e chi non si riconosce in quella Carta rompe il patto sociale fondativo del nostro vivere comune.

Doveva tutelare l'immagine della signora Mureketate e si ritrova a dover tutelare la sua?

Esatto. Hanno detto e scritto cose campate totalmente in aria, sono stato persino scambiato per Paolo Giachini, l'avvocato che ospitava Priebke nel suo appartamento. C'è stato talmente pressapochismo da rimanere a bocca aperta. Sarò costretto a querelare chi ha superato la soglia della legittima critica, come chi ha sostenuto che non fosse «decente» rivolgersi a me come legale.