MAURIZIO TURCO E IRENE TESTA

Egregio Direttore, Francesco Damato sul caso Nicosia e il Partito Radicale ha un evidente punto di vista diverso dal nostro. Solo per rimanere all’ultima settimana: dall’ 1 al 3 ottobre a Napoli il Partito Radicale ha tenuto il Congresso degli iscritti italiani.

Congresso che tra i propri ospiti ha avuto tra gli altri il Presidente della Camera Roberto Fico e l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata già Ministro degli Esteri. Solo per rimanere alla stampa: non 1 rigo, ripeto non 1 rigo. Appena arrestano Nicosia il mondo dell’informazione - tranne il Dubbio - vomita sui cittadini, che da anni non hanno più notizie del Partito Radicale, una notizia falsa: un arrestato per mafia è un dirigente del Partito Radicale. E questo nonostante nel comunicato congiunto della Guardia di Finanza e dei carabinieri il Partito Radicale non è nominato. Facciamo due comunicati in due giorni: sostanzialmente ignorati!

Vogliamo chiarire per una questione di concorrenza? No, il Partito Radicale non è in concorrenza con nessuno, dal 1989 non si presenta alle elezioni, non ha altri interessi che il raggiungimento dei propri obiettivi politici che vengono determinati dal Congresso. Lo fa per difendere la propria alterità? Sì. Ed è questo che non si comprende, noi difendiamo la nostra identità. Che è diversa da chi da anni prima che Pannella morisse aveva scelto altro ma non riusciva a esprimerlo, adesso che è chiaro il loro percorso perché mai dovremmo ridurre la storia del Partito Radicale e di Pannella alla meschina lotta in corso all’indomani della spaccatura di radicali italiani? Quindi il “si vergogni Emma Bonino” non lo abbiamo mai detto né sottinteso, nemmeno “praticamente”. Per la semplice ragione che siamo stati io, Maurizio Turco, e Sergio D’Elia coloro che nel 2002 girarono le singole celle degli oltre 600 detenuti al 41bis, da cui il libro “Tortura Democratica, inchiesta su “la comunità reale del 41bis”. Per la semplice ragione che la rottura politica del Partito radicale con radicali italiani si è consumata, con Marco Pannella, proprio sulla giustizia. Non c’è nulla da vergognarsi, e poi di cosa? Per quanto riguarda il Partito Radicale parlano le sue idee e le sue lotte. Nel silenzio più assordante dei media, tranne il Dubbio, siamo stati sei mesi a provare a raccogliere le firme su 8 proposte di legge che riguardavano l’amnistia e l’indulto, la revisione del sistema delle misure di prevenzione e delle informazioni interdittive antimafia e delle procedure di scioglimento dei comuni per mafia, la riforma del sistema di ergastolo ostativo e del regime del 41 bis e abolizione dell’isolamento diurno, la riforma della Rai, la riforma delle leggi elettorali nazionale ed europea, gli incarichi extragiudiziari dei magistrati.

Vogliamo semplicemente portare avanti le nostre lotte, cercare di raggiungere i nostri obiettivi, tenere vive le nostre idee e stare lontani dalle lusinghe del potere e non farci imbambolare dal regime.

Segretario e Tesoriere del Partito Radicale