E come in una altalena a carosello, Virginia Raggi scende e Roberto Giachetti sale. Mentre il Movimento rischia l'implosione, chi ne trae beneficio, forse più mediatico che politico, è Roberto Giachetti. Sconfitto a giugno, ora rilancia il suo progetto "Roma bella", dai banchi dell'opposizione.Onorevole Giachetti, la giunta Raggi è già al capolinea?La situazione è preoccupante, le recriminazioni servono a poco. La cosa più importante al momento è che l'amministrazione inizi a occuparsi della città mettendo da parte le liti interne al Movimento 5 stelle che non risolvono i problemi della vita quotidiana dei romani. Avevano promesso una rivoluzione, di occuparsi del day by day e invece dobbiamo prendere atto che tutto è fermo. In questo momento regna la paralisi: le opposizioni non possono svolgere il loro compito perché non ci sono provvedimenti, il consiglio comunale non viene convocato, la sindaca non assume decisione. Questo caos crea una paralisi.L'assessore Muraro si deve dimettere?Fin dall'inizio avevamo evidenziato il conflitto di interesse dell'assessore Muraro in qualità di consulente della partecipata Ama e sull'opportunità politica di quella nomina. Il problema non è che la Muraro sia indagata, la mia posizione - a differenze dei cinque stelle - è sempre stata molto chiara in merito, ma che l'assessore e la sindaca Raggi abbiano mentito ai romani. La sindaca e il suo assessore erano a conoscenza fin da luglio del fascicolo a carico della Muraro ma non hanno ritenuto opportuno informare i cittadini tantomeno i consiglieri, tanto di maggioranza quanto di opposizione. Hanno disatteso le premesse fatte in campagna elettorale prima tra tutte la trasparenza tanto sbandierata e poco praticata.Virginia Raggi, sempre in Commissione, ha detto che la situazione dei rifiuti nella capitale è migliorata. Lei cosa ne pensa?È stata fatta un'operazione di pulizia straordinaria nel mese di agosto che ha parzialmente funzionato perché è obiettivamente più semplice mantenere i cassonetti vuoti in un periodo in cui la città si svuota per le vacanze estive. La vera risposta ai romani potrà, e dovrà essere data al rientro dalle ferie, quando si tornerà alla normalità.Rutelli, come molti romani, sostiene che bisogna aspettare ancora 6 mesi per giudicare il lavoro grillino.Rutelli dal punto di vista teorico ha ragione, il problema è che qui siamo di fronte a una situazione straordinaria che credo non sia sia mai verificata prima. In tre mesi abbiamo assistito soltanto a lotte intestine che hanno portato all'immobilismo generale; al cambio di tre capi di gabinetto che ha paralizzato l'attività amministrativa; alle dimissioni di un assessore fondamentale come quello al bilancio; al venir giù a cascata dei vertici di due aziende partecipate strategiche nella gestione di settori chiave per la vita quotidiana dei cittadini (mobilità e ambiente). Bisogna dare il tempo alle nuove amministrazioni di lavorare, certo, ma in questo caso siamo in presenza di un "non governo" in cui nemmeno la sindaca, che ha ricevuto centinaia di migliaia di voti, decide.Raffaele De Dominicis, indicato da Virginia Raggi come nuovo assessore al Bilancio del Comune di Roma, nelle sue prime dichiarazioni ha detto di sentirsi un «uomo libero, indipendente e mi definisco un discepolo di Benedetto Croce, come lo era il mio amico Marco Pannella». Secondo lei riuscirà a lavorare bene con i 5 stelle che invece, a parere di molti, non lasciano così ampi margini di libertà e autonomia nemmeno alla prima cittadina Raggi?Mi lasci dire, che qui il punto non è soltanto quanta autonomia abbiano gli assessori che fanno comunque già sapere che daranno "solo indirizzi", ma quanta ne abbia un sindaco sotto contratto, in mezzo tra i fuochi di due studi, Casaleggio e Sammarco, che non decide nulla tradendo, nei fatti, il mandato dei suoi elettori.Lei ha detto che stiamo assistendo, guardando alle vicende pentastellate nella capitale, alla «espressione più degenerata del correntismo e della vecchia politica». Però anche a sinistra ci sono dei problemi. Il PD a Roma è ancora commissariato...Il lavoro fatto dal commissario Orfini è stato un lavoro importante, ma tutte le gestioni "commissariali" a prescindere da chi è chiamato ad esercitare la funzione di commissario, rendono più fragile la vita democratica di una comunità. A Roma, il partito deve continuare a lavorare per recuperare la credibilità persa e riconquistare la fiducia del nostro elettorato, il risultato del 5 giugno sotto questo punto di vista ne è stata la conferma. L'antipolitica non ha spazzato via tutto, c'è tanta gente che ha voglia di ripartire, di dare una mano, contribuendo magari al di fuori dell'impianto classico di un partito - a fare del bene al proprio territorio, alla propria città, al Paese.A luglio nasceva "Roma bella" "per provare a far dialogare le centinaia e centinaia di persone che nei lunghi mesi di campagna elettorale si sono riconosciute" nel suo progetto per Roma. Qual è attualmente l'attività di questo gruppo di persone?Dopo le elezioni mi sono accorto che c'erano tante persone che avevano ancora voglia di dare il proprio contributo, che mi hanno scritto e mi hanno sostenuto incitandomi ad andare avanti e a non disperdere le energie positive raccolte durante i mesi di campagna elettorale. Roma Bella nasce da quelle esperienze.