«I rapporti tra Lega e Forza Italia devono rimanere saldi. Ma se saranno a rischio non sarà certo per colpa nostra». Il senatore azzurro Maurizio Gasparri è lapidario: le posizioni del partito di Silvio Berlusconi non sono mai cambiate, dimostrandosi coerenti rispetto al programma con il quale il centrodestra si è presentato alle elezioni. E a poche ore dalla bocciatura di Marcello Foa alla presidenza Rai, decretata dalla commissione di vigilanza, l’ex ministro delle Comunicazioni manda, in un colpo solo, due messaggi: uno agli elettori, rassicurando tutti sulla tenuta del centrodestra, «che è l’alleanza maggioritaria nel Paese», l’altro al leader del Carroccio Matteo Salvini, al quale fa capire che un’eventuale rottura non sarà di certo colpa di Berlusconi e dei membri di Forza Italia. Il problema è apparso nella sua concretezza ieri, durante la seduta in commissione vigilanza Rai. E sta tutto «nel metodo», spiega Gasparri, che si è astenuto dal voto. L’errore è stato il mancato confronto tra i membri della Vigilanza - e più in generale all’interno della coalizione - nella scelta del nome da proporre per la presidenza Rai. Una frizione che, però, non si traduce necessariamente in un indebolimento del centrodestra, assicura Gasparri: «Ci sono solo diversità di vedute rispetto a una procedura». Chi ha sbagliato, dunque, dovrà correggere il tiro.

Forza Italia non ha partecipato al voto per la nomina di Foa, che Salvini continua invece a indicare come candidato. È il segno di una rottura dei rapporti con la Lega?

No, non c’è alcuna frattura tra i due partiti. Quello che noi abbiamo contestato, come già avevamo anticipato prima del voto, è il metodo utilizzato per la scelta del presidente. Non è stato corretto ed è per questo che lo abbiamo bocciato. Ma non abbiamo mai espresso alcun giudizio su Marcello Foa come persona, che non so chi sia. Nessuno, in Forza Italia, si è posto questo problema. Il quorum dei due terzi prescrive un confronto, un dialogo tra le parti, dialogo che evidentemente non c’è stato. Sarebbe stato doveroso confrontarsi per trovare soluzioni, come si è fatto nel passato. E questo è un principio che va rispettato sia nel caso in cui si è alleati sia nel caso in cui non lo si è. La proposta di Foa, evidentemente, non è stata presentata in modo conforme alle regole e non se ne possono ignorare le conseguenze.

E questo “errore di metodo” non avrà conseguenze sui rapporti tra i due partiti?

I rapporti devono rimanere senza alcun dubbio saldi. Se c’è un errore su una singola vicenda, chiunque sia stato a commetterlo, va corretto. E in questo caso tocca alla Lega porre rimedio. Io mi auguro che l’alleanza dei partiti di centrodestra non sia a rischio, ma qualora lo fosse non sarebbe di certo per colpa nostra. La vicenda, comunque, è ancora in corso. Noi continueremo a essere responsabili e mi auguro che lo siano anche gli altri.

Berlusconi ha messo in guardia Salvini: si starebbe allontanando troppo dal programma del centrodestra, rischiando di perdere elettori. I sondaggi, però, lo danno in costante crescita. Dove sta la verità?

I sondaggi possono anche darlo in crescita, ma non si governa da soli. Bisogna ricordare che con il 30 per cento non è possibile stare al governo, bisogna avere un alleato. E poi oggi cresce Salvini, prima siamo cresciuti noi… i sondaggi cambiano ogni giorno. Quello che però è sicuro è che l’alleanza di centrodestra è maggioritaria nel Paese e non va incrinata, va conservata. Ma di questo devono essere consapevoli anche loro. Servono sobrietà e concretezza, sia quando le cose vanno bene sia quando le cose vanno un po’ peggio.

I rapporti tra i due leader di partito sono quindi ancora buoni?

Stamattina ( ieri, ndr) si sono incontrati, quindi mi pare evidente che non ci sia alcun problema tra Salvini e Berlusconi.

Alcuni punti del contratto di governo evidenziano le divergenze tra Lega e Movi- mento 5 Stelle. Questo rapporto può durare o le differenze sono insormontabili?

Sull’economia ci sono contraddizioni palesi: giusto per citarne qualcuna, basti pensare alle questioni relative a voucher, regole del lavoro, Tap, Tav, Ilva, sulle quali noi abbiamo idee completamente diverse. Fino a quando potrà durare un governo che racchiude differenze così evidenti - su temi così importanti - tra i due partiti che lo compongono? Che conseguenze avranno queste divisioni sul futuro del paese? È a questo che bisogna pensare.

Quindi il futuro di questo esecutivo dipenderà da quello che deciderà di fare Salvini?

La Lega deve sicuramente decidere fino che punto può stare con gente che su certi temi ha visioni diametralmente opposte a quelle che rappresentano il programma con il quale si è presentata alle elezioni assieme a Forza Italia, partito nei cui confronti il Movimento 5 Stelle ha dimostrato un ostracismo totale, soprattutto per quanto riguarda Silvio Berlusconi. Anche in questo caso, ripeto, è un problema di metodo: i programmi che il Carroccio ha sottoscritto sono altri.