Egregio Dott. Giuseppe PignatoneProcuratore della Repubblica di RomaLe scrivo questa lettera aperta per informarLa che sto reiterando quello che, su proposta del sostituto procuratore della Repubblica dottoressa Silvia Sereni, il Presidente Aggiunto Gip dottor Stefano Meschini ha ritenuto un "non reato", procedendo all'archiviazione del relativo procedimento penale.La richiesta di archiviazione del procedimento n. 15/023899 RG PM NOTI proposta dalla Procura della Repubblica si basava sui seguenti elementi: gli arbusti "seppure in numero di 56" erano di piccole dimensioni (40 di 30 cm., e 16 di circa 12 cm di altezza); erano "piantati in modeste quantità di terriccio contenuto in buste di stoffa"; "custoditi in un terrazzo con esposizione a condizioni climatiche sfavorevoli". "In assenza di accorgimenti mirati e di specifiche modalità di coltivazione (quali lampade per assicurare condizioni idonee allo sviluppo completo del principio attivo) - si leggeva nell'atto - le piantine non avrebbero potuto mantenersi e crescere fino a produrre quantità di principio attivo tale da superare le soglie di offensività, tanto che dalle numerose piante sequestrate è stato rilevato un esiguo quantitativo di principio attivo, pari a soli grammi 0,468. "Sento il dovere di informarLa, qualora non me avesse contezza, che per un'analoga coltivazione di cannabis effettuata sul mio terrazzo con le medesime modalità descritte nel provvedimento di archiviazione di cui sopra, sono processata a Siena per la cessione del prodotto di quella piantagione da me effettuata insieme a Marco Pannella e Laura Arconti il 1° novembre 2014 al congresso di Radicali italiani.Questa che sto portando avanti è la sesta coltivazione di cannabis sul mio terrazzo e vorrei qui riassumere cosa è accaduto le volte precedenti:1) in data 9 novembre 2012, mentre ero in carica come deputata, effettuavo una cessione di cannabis terapeutica ai malati di sclerosi multipla del Social Cannabis Club LapianTiamo di Lecce; la sostanza proveniva dalla coltivazione che avevo avviato e completato sulla terrazza del mio appartamento documentando quasi quotidianamente sul mio profilo pubblico di Facebook la crescita delle piante; quel giorno, in Piazza Montecitorio a Roma, insieme a Marco Pannella sollecitai più volte le forze dell'ordine ad intervenire ma solo dopo molto tempo e dopo molte nostre insistenze i funzionari del Commissariato Trevi-Campo Marzio, sequestravano parte del raccolto quantificato nel verbale in quasi mezzo chilo di marijuana (478,03 grammi); nessuna ulteriore comunicazione in merito ho avuto, ad oggi, da parte dell'Autorità giudiziaria;2) il 29 gennaio 2014, a Foggia, cedevo ai malati dell'associazione 'La Piantiamo', 120 grammi di marijuana da me coltivata sul mio terrazzo; il giorno dopo mi sono presentata per autodenunciarmi alla Procura della città pugliese, consegnando il video della cessione e le foto della coltivazione che, dalla semina alla fioritura, avevo postato sistematicamente sul mio profilo pubblico di Facebook; il 6 febbraio 2015, a più di un anno di distanza dai fatti - previsti come reati dalla normativa vigente - chiedevo ufficialmente notizie presso la Procura di Foggia ai sensi dell'art. 335 c. c. p. e da quella Procura mi venne rilasciato un certificato dal quale risultava che nei miei confronti "non esistono iscrizioni suscettibili di comunicazioni";3) il 25 luglio 2014, sempre presso la terrazza della mia abitazione, "seminavo" germogli di cannabis terapeutica assieme al leader Marco Pannella e all'esponente storica radicale Laura Arconti; il relativo raccolto lo consegnai a Chianciano il 1° novembre 2014 in pieno congresso di Radicali Italiani alla presenza del leader del CSC LapianTiamo, Andrea Trisciuoglio, delle forze dell'ordine preventivamente avvisate, dei miei "complici" Arconti e Pannella, e dei dirigenti e militanti del Movimento radicale. Il procedimento giungerà a sentenza il prossimo 21 ottobre alle ore 15 presso il Tribunale di Siena;4) 15 Maggio 2015 - sequestro delle mie 56 piante; 8 febbraio 2016, archiviazione G. I. P5) 4 ottobre 2015 Roma - presso la sede del Partito Radicale cedevo il raccolto della cannabis terapeutica coltivata sul mio terrazzo. Presenti Marco Pannella, Laura Arconti, Andrea Trisciuoglio e un malato che da due anni non riusciva ad aver accesso alla cannabis terapeutica se non al caro prezzo praticato dalla Asl. L'iniziativa veniva trasmessa in diretta da Radio Radicale e le riprese audio/video sono tuttora reperibili sul sito della radio. I ragazzi venivano successivamente fermati dalle forze dell'ordine, attratte dal forte odore di marijuana proveniente dalla loro automobile. Avvisata di questo fermo da Andrea Trisciuoglio, mi precipitavo presso la caserma dei Carabinieri vicino all'Orto Botanico per autodenunciarmi della cessione, raccontandola nei minimi particolari. Nessuna comunicazione mi è mai giunta dal 4 ottobre 2015 ad oggi.P. S. il ragazzo al quale i Carabinieri avevano sequestrato la mia marijuana, dopo molta sofferenza e dopo diversi mesi contrassegnati dalle sue e nostre insistenze, ha ottenuto gratuitamente la cannabis per curarsi ed ha potuto così scalare fino a ridurli a zero i farmaci a base di oppiacei che il servizio sanitario gli forniva da anni per combattere un dolore cronico "severo" refrattario ai comuni analgesici.Quanto a "certezza del diritto" non c'è che dire, visto che la disobbedienza civile alla legge in vigore la manifesto sempre con le medesime modalità.Ma c'è di più. Infatti, le mie sei coltivazioni costituiscono solo l'ultima fase di una carriera "criminale" iniziata nell'agosto del 1995, a Porta Portese, con Marco Pannella e altri dirigenti e militanti radicali fra i quali si possono annoverare l'attuale Sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova (presentatore del disegno di legge di legalizzazione della cannabis), gli ex parlamentari Paolo Vigevano, Domenico Pinto, Sergio Stanzani, Gianfranco Dell'Alba, Olivier Dupuis e l'ex consigliere regionale in Liguria Vittorio Pezzuto.Quali sorti abbiano avuto le ripetute cessioni di hashish e marijuana degli anni '90 e duemila è documentato in un atto di sindacato ispettivo presentato nella presente legislatura dall'onorevole Tancredi Turco e rintracciabile a questo link http: //aic. camera. it/aic/scheda. html? numero=4/08661&ramo=CAMERA&leg=17Per quel che mi riguarda una cosa è certa: nei miei confronti non è stato applicato quanto previsto dalla normativa in vigore, diversamente da quanto è stato e viene riservato da 21 anni a questa parte a centinaia di migliaia di cittadini nel nostro Paese.Ognuno può leggere sui giornali notizie che parlano di persone arrestate e spesso incarcerate anche per 4 o 5 piante di cannabis. Da questo punto di vista la vicenda di Fabrizio Pellegrini è emblematica: come me era recidivo, ma con una differenza: coltivava marijuana per curarsi della sua fibromialgia, dato che la Asl di Chieti chiedeva somme spropositate che, da indigente, non poteva assolutamente permettersi. Pellegrini è stato arrestato e trattenuto in carcere per oltre un mese in mezzo, e solo grazie a un patrocinio gratuito offerto da due avvocati esponenti del Partito Radicale, Vincenzo Di Nanna e Giuseppe Rossodivita, ha potuto usufruire degli arresti domiciliari per gravi motivi di salute.Egregio Dott. Pignatone,Lei non può non arrestarmi. O liberi tutti o in galera anch'io. Io conduco la mia battaglia radicale antiproibizionista seguendo l'esempio di Marco Pannella che ha sempre creduto nel rigore della legge e quando l'ha infranta ha chiesto di subirne le conseguenze senza rivendicare alcun tipo di esimente politica.A Lei, Egregio Procuratore della Repubblica di Roma, Dott. Giuseppe Pignatone, chiedo soltanto di fare quel che Lei deve di fronte ad una persona recidiva che coltiva, per cederne il raccolto, ben 19 piante di marijuana.Buon lavoroCordialmenteRita Bernardini