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Freccero
La realtà gli scorre sotto il naso, livida e feroce, ma non riescono mai a vederla, lo sguardo è sempre rivolto altrove, alla “complessità”, alla geopolitica, allo stucchevole retro pensiero del cui prodest. Il complottismo eterno per cui l’ 11 settembre nelle due torri «non c’erano ebrei», e il genocidio di Srebrenica è una montatura, e i siriani gasati da Assad non sono mai esistiti, e così via. Allo stesso modo la mattanza di Bucha, le fosse comuni, i civili ucraini incappucciati e giustiziati con un colpo alla nuca, le stanze delle torture improvvisate dalle truppe russe, diventano «uno show hollywoodiano», i cadaveri sul ciglio delle strade dei «figuranti» addestrati dalla premiata ditta Washington- Kiev per spingere l’opinione pubblica occidentale verso la guerra. Zelensky, poi, non era un attore? E non importa che ci siano decine di testimonianze oculari, i reporter indipendenti, i cineoperatori, i fotografi, le immagini satellitari con i corpi ammucchiati nelle fosse a documentare le stragi e la loro paternità. Ci vuole «cautela», dicono costoro. Mai vista però una simile cautela nel denunciare un’incursione israeliana nei Territori palestinesi o un bombardamento della Turchia di Erdogan su un villaggio del Kurdistan. Che il negazionismo sul conflitto ucraino venga sostenuto dall’ufficio propaganda del Cremlino in fondo rientra nella logica dell’informazione di guerra e può scandalizzare fino a un certo punto. Da diverse ore le celebri factory digitali di Mosca fanno circolare in rete le fake news più disparate sulla strage di Bucha (i cadaveri che muovono le braccia, i russi che erano partiti da tre giorni, gli ucraini che hanno ucciso i loro stessi compatrioti, etc...), poi tutte smontate da accurati fact checking. Che invece il negazionismo venga alimentato senza lo straccio di una prova da intellettuali e personaggi pubblici dal tinello di casa o dagli studi televisivi come ha fatto per esempio l’ex direttore di Rai2 Carlo Freccero, fa capire quanto il cinismo e la stupidità siano il rovescio della stessa medaglia. Anche ignorarli è troppo direbbe il poeta. Esiste, poi, una posizione ancora più ipocrita e spregevole del complottismo assoluto e della sua patologica ingenuità. Quella che dice: ok, avete ragione voi, i morti ci sono, li abbiamo visti, non sono degli attori, ma non possiamo essere certi che i carnefici siano i russi. Il comunicato dell’Anpi che «condanna il massacro», ma resta «in attesa che una Commissione neutrale dell’Onu per capire cosa davvero è avvenuto» è in tal senso emblematico. Si l’Anpi, la derelitta Associazione italiana partigiani: immaginate una commissione indipendente per stabilire cosa è “davvero” successo a Marzabotto o a Sant’Anna di Stazzema?