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Il deputato di Azione Enrico Costa
«Il fascicolo delle “performance” deve servire a monitorare le attività dei singoli giudici o pm, i loro meriti, ma anche gli errori, le inchieste flop, le sentenze ribaltate e gli arresti ingiusti. Si tratta di una fotografia molto precisa della carriera di ciascun magistrato per consentire a chi è più bravo, a chi lavora silenziosamente e senza essere organico alle correnti, di poter fare la carriera che merita. Purtroppo, il governo è intenzionato a stravolgere con i decreti attuativi quella che è una innovazione storica», sottolinea Enrico Costa, componente della Commissione giustizia di Montecitorio e responsabile giustizia di Azione, oltre che firmatario dell’emendamento alla riforma Cartabia che lo scorso anno aveva introdotto tale istituto. La nuova disciplina, approvata, sotto forma di legge delega, già da un anno, prevedeva che il governo emanasse i relativi decreti attuativi. L’iniziale scadenza del 21 giugno è stata prorogata di sei mesi, con un emendamento al decreto Pnrr.
È pessimista?
Sì. Molto. Il governo vuole “annacquare” questa riforma. Bisogna capire, invece, che si tratta di una battaglia di principio, che trova fondamento nel dettato costituzionale del giusto processo. Ma vorrei fare innanzitutto una premessa.
Prego.
Attualmente c’è una totale “irresponsabiltà” dei magistrati. Mi spiego. La responsabilità civile è di fatto impossibile, uno slalom che nessun si avvocato si azzarda a proporre al proprio assistito. E infatti dal 2010 ad oggi ci sono state solo otto condanne. Discorso simile per la responsabilità disciplinare: ogni anno, della circa 1500 segnalazioni che pervengono, oltre il 90 percento è archiviato di default dal procuratore generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, senza che nessuno possa metterci il naso. Sono archiviazioni che non hanno alcun vaglio. L'unico che può chiedere le copie di tali provvedimenti è il ministro della Giustizia ma non lo fa mai. Rimaneva, quindi, la responsabilità professionale, strettamente legata alla carriera. Le valutazioni di professionalità sono positive nel 99 percento dei casi e non c’era un registro delle attività del magistrato in cui raccogliere le “gravi anomalie”, cioè i gravi errori da matita blu nella sua carriera.
Cosa è una “grave anomalia”?
Anche una sola inchiesta con arresti e sbandierata ai quattro venti e terminata con l’assoluzione di tutti gli imputati è una grave anomalia.
Nei decreti attuativi, invece, si parla di “marcata preponderanza” degli insuccessi.
Appunto: significa che il magistrato dovrà sbagliare centinaia di inchieste o processi, oltre la metà dei suoi provvedimenti, prima di incappare in una penalizzazione sul piano professionale.
All’Associazione nazionale magistrati non è mai piaciuto, questo fascicolo.
Infatti. Le correnti lo scorso anno fecero una levata di scudi, fecero anche sciopero, dimostrando chiaramente come temessero di perdere il controllo che detengono grazie a quel 99 percento di valutazioni di professionalità ‘automaticamente’ positive. Con il fascicolo, tutta l’attività del magistrato è sotto gli occhi di chi deve fare la valutazione, non come oggi che gli atti vengono scelti a campione: diventa più semplice distinguere chi lavora bene e chi lavora meno bene, premiando chi lo merita, anche se non è organico alle correnti. Ora c’è il rischio concreto che tutto finisca in un nulla di fatto.
Il suo è un giudizio molto severo.
Carlo Nordio è uomo di grande valore, ma ad un pensiero garantista ed una voce giuridicamente impeccabile non conseguono atti altrettanto apprezzabili. Atti che portano formalmente la firma di Nordio, ma il timbro del suo ufficio legislativo straripante di magistrati. E comunque anticipo fin da ora che nel decreto intercettazioni trasformerò in emendamenti le dichiarazioni del ministro.
La Commissione che è stata incaricata di scrivere i decreti attuativi della riforma Cartabia era in netta maggioranza composta da magistrati: 18 su 28.
Ma certo. È quello il problema, gli avvocati erano in minoranza. Comunque io non ho nulla contro i magistrati. Indubbiamente sono ben preparati, ma condizionano in maniera fortissima l’attività del ministero che ormai gestiscono in regime di monopolio. Non si riesce ad incidere sul loro numero fuori ruolo. E comunque, tornando al fascicolo, lo dico con forza: è la madre di tutte le battaglie sulla giustizia. Se non cambia il relativo decreto attuativo, cambierà certamente il nostro rapporto con il governo.
Prima di concludere, una domanda sull’applicazione della normativa sulla presunzione d’innocenza, di cui lei è sempre stato un convinto sostenitore. Le conferenze stampa delle forze di polizia continuano come se non fosse successo nulla, vengono dati nomi alle indagini che esprimono pesanti giudizi di valore, si prosegue nel diffondere nomi e circostanze che dovrebbero rimanere riservate.
Guardi, posso dirle che ho in corso un monitoraggio ed a breve interverrò. C'è una forza di polizia, in particolare, che continua a fare comunicati a tutto spiano. Capisco che vogliano dimostrare che stanno lavorando ma c’è modo e modo.