Nell’articolo che pubblichiamo qui sopra, Pietro Mancini - che è stato sindaco di Cosenza ed è il figlio dell’ex segretario socialista Giacomo Mancini - racconta di come suo padre, nei primi anni ottanta, intervenne per salvare «Repubblica». Chiedendo - o forse ordinando… - a Ferdinando Ventriglia, presidente del Banco di Napoli, di tirar fuori un po’ di soldi. «Senza garanzie», come ha detto Scalfari giorni fa al suo giornale e come conferma Pietro Mancini.

Pensate un po’ a cosa succederebbe oggi se si sapesse che una banca ha concesso soldi senza garanzie a un grande giornale. Scandalo scandalo scandalo! E pensate a cosa succederebbe se addirittura si sapesse che questo prestito è stato concesso su intercessione, o addirittura su ordine del segretario di un partito digoverno: dieci volte scandalo, venti volte! E avvisi di garanzia, processi, autorizzazioni all’arresto, dimissioni a catena.

Oggi invece possiamo tranquillamente raccontare quella vicenda senza indignarci, e anzi con una certa ammirazione verso i protagonisti, tutti giganti di quel pezzo di storia della nostra patria che ha reso grande la nostra patria: il mezzo secolo, o quasi, che va dal 1945 al 1992. Scalfari, Mancini, Ventriglia.

Chi non ricorda molto di quel periodo magari può pensare che Ferdinando Ventriglia fosse un personaggio minore, e che per questo era costretto a dar retta a Mancini. Non è così: Ventriglia era un colosso, a Napoli lo chiamavano re Ferdinando, come il vecchio Borbone, era potentissimo, aveva un grande potere di decisione. Il rapporto tra politici e banchieri era molto forte, allora, roba che oggi nemmeno ce lo immaginiamo. E l’operazione salvataggio di Repubblica non aveva niente di oscuro. Si trattava di compiere degli atti necessari per impedire un insuccesso molto grave per il paese e per la democrazia, come sarebbe stato il tonfo di un grande giornale. Salvare Repubblica era un’impresa culturale. Nessuno poteva scandalizzarsi. Così come nessuno si scandalizzò quando Berlinguer, attraverso Tonino Tatò e Armando Cossutta, chiese ai russi i soldi per salvare Paese Sera.

Oggi i giornali sono tutti in mano ai finanzieri. La politica non può nulla. La logica alla quale si risponde non è più l’interesse nazionale, o l’interesse dell’informazione, o della cultura. La logica è solo l’interesse del mercato, o dei padroni del mercato.

A voi piace di più così? A me no. Non mi è mai piaciuta troppo Repubblica, però posso facilmente immaginare che la scena pubblica italiana, in questi decenni, senza Repubblica sarebbe stata molto più povera e triste. E benedico Scalfari, e Mancini e Ventriglia. E impreco perché oggi non ci sono più in campo personaggi come loro...