Ci sono moltissimi giornali, in questo nostro mondo moderno, che se - per esempio - un signore un po’ noto viene scagionato nel corso di una inchiesta giudiziaria, pubblicano, più o meno tutti, lo stesso titolo: « Il Signor tal dei tali, scagionato ».

Tantopiù, si comportano così, nel caso in cui questo signore avesse subìto in passato un trattamento rude, da parte della stampa, fosse cioè stato accusato, con fior di titoli in prima pagina, di svariati reati, truffe, sotterfugi.

Moltissimi - ho scritto moltissimi ma non tutti. Per esempio ieri “ Il Fatto Quotidiano“, trovandosi di fronte alla notizia della richiesta di archiviazione, da parte dei Pm, del procedimento a carico di Tiziano Renzi, papà di Matteo, per la vicenda Consip, non ha titolato « scagionato il padre di Renzi », o « scagionato il signor Tiziano Renzi ». Ha titolato, a caratteri di scatola, in prima pagina, così: «TUTTI NEI GUAI TRANNE IL BUGIARDO». I caratteri maiuscoli non li ho messi io, li ha messi Travaglio.

Il bugiardo al quale ci si riferisce non è, come ci si potrebbe immaginare, il maggiore Scafarto - che invece non è stato scagionato ma sarà con ogni probabilità rinviato a giudizio per falso e depistaggio - ma è Tiziano Renzi, cioè la vittima di Scafarto e della campagna di stampa ( organizzata e guidata dal Fatto) che per mesi e mesi lo incastrò in una gogna con pochi precedenti.

Gogna che costò parecchio a lui - credo - in termini di credibilità ed efficienza della sua azienda, e che costò moltissimo al figlio Matteo e al suo partito, che uscirono a pezzi da quella campagna di stampa che oggi sappiamo fu ( almeno in parte) una campagna di calunnie.

Quando dico almeno in parte lo faccio per rispetto della logica e della verità formale. Mi spiego meglio: se io scrivo un articolo nel quale la maggior parte dei capoversi contiene affermazioni veritiere, e magari non clamorose né molto interessanti, e poi scrivo anche un paio di capoversi che contengono cose false e forse assai più interessanti e piene di conseguenze di quelle vere, io ho scritto un articolo falso. Dire il contrario sarebbe come dire che se metto dieci gocce di veleno in un bicchier d’acqua e poi te lo faccio faccio bere, non è che ti ho avvelenato: ti ho fatto bere un quarto di litro di acqua purissima, fresca, pulita, e poi appena poche gocce di veleno… Nell’articolo di fondo che pubblica vicino a quel titolo di ulteriore linciaggio di Tiziano Renzi, Travaglio sostiene proprio questa tesi: vabbè - dice - Scafarto avrà fornito anche qualche notizia falsa, ma il grosso delle notizie erano vere. O comunque non è ancora dimostrato che fossero false… Personalmente ho difeso recentemente Travaglio che è stato condannato dal tribunale a pagare 95 mila euro a Tiziano Renzi per un altro episodio di diffamazione. L’ho difeso perché penso che quando la magistratura interviene a gamba tesa sulla libertà di stampa produce danni. Però, con altrettanta nettezza vorrei oggi dire che anche la stampa quando interviene a gamba tese sulla politica produce danni molto grandi. E farebbe bene, quando si accorge di aver clamorosamente sbagliato, almeno a scusarsi un po’, magari sottovoce. Del resto i grandi maestri di Travaglio - Indro Montanelli e Vittorio Feltri lo hanno sempre fatto. ( Forse non sempre: spesso…) Invece Travaglio scrive testualmente queste parole: « Possiamo dire nella massima serenità di avere informato correttamente i lettori, con notizie pubbliche e segrete, ma sempre vere. I fatti, a prescindere dalle decisioni del Gup e poi dall’esito del processo, sono quelli che abbiamo raccontato sin dal primo giorno. Anche nel caso in cui Tiziano Renzi fosse davvero archiviato: gli stessi Pm lo descrivono come autore di dichiarazioni “largamente inattendibili”, cioè come un bugiardo matricolato ».

Ci vuole tanta pazienza per leggere queste frasi senza indignarsi un po’ per lo sfregio alla realtà, e anche alla correttezza giornalistica. Benissimo: usiamo questa pazienza. Però facciamo notare almeno una cosa: se va definito bugiardo chi fa dichiarazioni inattendibili, bisognerà pur dire che dopo la campagna del Fatto su Consip, le notizie fornite sulla base dell’informativa Scafarto, le accuse a Tiziano Renzi ( tutta roba molto più che inattendibile) bisognerebbe senza dubbio considerare bugiardo il Fatto, il suo direttore, gli autori degli scoop non veritirei. O no? Io dico di no: non è questione di onesti o bugiardi, è una questione che riguarda solo la qualità del giornalismo. Chiunque può graduare le cose come sono e poi dare un giudizio sulla qualità del nostro giornalismo “vincente”.