Il proibizionismo non piace neanche in tv - scrive sul "Dubbio" Vittorio Pezzuto - commentando l'interpellanza presentata da me e dai colleghi Gasparri e Quagliariello sulla fiction Rocco Schiavone, mandata in onda in prima serata sulla rete 2 della tv di Stato.In tutto l'articolo Pezzuto dimentica però, tutto compiaciuto dell'alta audience dello sceneggiato, di ricordare che il Vice Questore Rocco Schiavone viene presentato come ladro corrotto, corruttore, procacciatore di prostitute, che massacra di botte i testimoni, falsifica le prove per mandare in galera persone innocenti e in più ritiene anche giusto farsi di canne in servizio.Nella sola prima puntata della fiction abbiamo calcolato che i reati commessi dal vice questore porterebbero a condanne variabili fra i 20 e i 25 anni di carcere.Non avremmo avuto nulla da dire se questo personaggio fosse stato liberamente proposto nei cinema, nelle tv private, nei teatri, ecc. Ma qui chi manda in onda l'immagine di questo delinquente incallito come personaggio positivo è il servizio pubblico, per il quale anch'io, come Gasparri e Quagliariello, ogni anno siamo costretti a pagare il canone.Lo sanno alla tv di Stato che in Italia da qualche mese è in vigore una legge secondo la quale si chiama omicidio stradale ed è punito sino a 12 anni di carcere chi provoca la morte di una persona e sino a 18 anni chi provoca la morte di due persone guidando sotto l'effetto della cannabis?Lo sanno alla tv di Stato che chi gira armato se è risultato positivo al test antidroga viene immediatamente sospeso dal servizio e in caso di recidiva radiato dalle forze dell'ordine?Noi eravamo abituati a vedere film, come Serpico o Gli intoccabili, dove sono stati esaltati poliziotti onesti che mettevano a rischio la vita per combattere delinquenti e colleghi corrotti come Schiavone, non fiction in cui l'eroe è il poliziotto ladro, corrotto e picchiatore. E come mai il partito degli odiatori della Polizia, quelli che, come il sen. Luigi Manconi, sostengono ovunque che la Polizia di Stato non ha cultura della democrazia e della legalità e per i quali i poliziotti sono sempre colpevoli anche quando vengono assolti, non dicono una parola per deplorare l'esaltazione sulla tv di Stato di questo poliziotto-delinquente?Semplicemente perché a loro sta benissimo che la Polizia venga rappresentata in questa maniera.Noi crediamo invece che non stia affatto bene a quei milioni di insegnanti, genitori, educatori che faticosamente cercano di spiegare ai giovani l'importanza della cultura del rispetto della legalità e gli stili di vita coerenti con il ruolo e le responsabilità che si assumono nella società, senza che il servizio di Stato diffonda l'immagine di un poliziotto eroe che le regole le infrange tutte, non per arrivare con metodi poco ortodossi a colpire il colpevole, ma commettendo di persona una sfilza di reati odiosi tali da suscitare l'invidia e l'ammirazione dei veri criminali.