Pietro Reichlin, economista della Luiss, sulla questione Mes spiega che «non è affatto uno strumento obsoleto», che potrebbe fungere da «sostituto della Bce in caso di necessità» e che per questo «è bene che l’Italia approvi al più presto la sua istituzione, cosa diversa dall’usufruirne».

Professor Reichlin, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca che dato il via libera alla ratifica del Mes da parte di Berlino, presto il nostro paese potrebbe diventare l’unico dei 27 a non aver ratificato il fondo salva stati. Che ne pensa?

Mi sembra che la pronuncia della Corte di Karlsruhe sia importante, perché riconosce il fatto che il Mes non costituisce una violazione deei principi costituzionali tedeschi circa il finanziamento di altri stati. La dimensione del Mes, a livello di ogni singolo stato, sembra essere ragionevole e limitata e quindi la Corte ha dato il via libera. L’Italia quindi rischia di trovarsi in una situazione anomala e incresciosa.

Eppure il governo, che aveva aperto degli spiragli proprio legati alla pronuncia della Corte tedesca, ha fatto dei passi indietro. Perché?

La vedo come una posizione di carattere ideologico, basata su quello che i partiti che ora sono al governo avevano detto in passato. Ratificare il Mes è interesse di ogni Stato che fa parte dell’Unione monetaria europea. Ed è interesse anche dei paesi che non vi faranno ricorso, perché la crisi del debito sovrano del 2012 ha dimostrato che ci sono rischi legati al contagio tra paesi diversi. Di conseguenza, è interesse di tutti che ci sia una struttura di protezione, una sorta di assicurazione, che consenta di prevenire delle crisi finanziarie.

Il ministro Giorgetti l’ha definito «uno strumento in crisi e impopolare», in sostanza obsoleto. Condivide?

Che sia uno strumento obsoleto non sono d’accordo, perché è un importante tassello di tutta la struttura istituzionale europea. E perché toglie d’impiccio la Bce, dal momento che esigenze di finanziamento da parte degli stati possono sempre insorgere. Quindi avere uno strumento ulteriore libera la Bce da una funzione sostituiva che ha avuto fino adesso rispetto alle altre istituzioni europee. Il Mes è un po’ come l’Fmi, ma in chiave europea.

E sull’«impopolare»?

Diciamo che il Mes, anche nella misura in cui venga utilizzato poco o affatto, ha comunque un impatto sui mercati, perché è uno strumento contro la speculazione. Per coloro che vogliono speculare ad esempio contro i debiti sovrani, è più difficile farlo sapendo che esiste uno strumento di prevenzione. Quindi ecco…

I detrattori spiegano che utilizzarlo significherebbe fare altro debito, per un paese come il nostro già fortemente indebitato. Cosa risponde?

Questa è un’altra questione. Ogni paese può decidere di prendere a prestito dei soldi dal Mes o no. Ma una cosa è approvare l’istituzione dello strumento, un’altra cosa è utilizzarlo. In questo momento si sta parlando del fatto che l’Italia ancora non ha approvato l’istituzione dello strumento. Successivamente si ragionerà se l’Italia vuole utilizzare i fondi a disposizione. Possiamo dire che fino all’anno scorso gli spread si erano ridotti, per cui tutto sommato non era così conveniente prendere a prestito tramite Mes. Quindi del suo eventuale utilizzo se ne può discutere.

E ora?

Ora i tassi d’interesse stanno salendo e potrebbero esserci argomenti per cui ricorrere a un indebitamento tramite un organismo pubblico come il Mes ci mette al riparo da altri rischi. Ma questa è una discussione successiva, il punto vero è che l’Italia dovrebbe affrettarsi ad approvare il Mes come istituzione.

Renzi insiste sull’utilizzo dei 37 miliardi per la sanità. Facciamo chiarezza: è una possibilità reale per il nostro paese?

La possibilità esiste, ma francamente sul fatto che sia necessario prendere a prestito dei fondi per la sanità ora e non utilizzare i fondi previsti dal Pnrr non sono in grado di dare una valutazione. Esiste un argomento ragionevole in base al quale visto il livello alto di indebitamento del nostro paese cercherei di fare in modo che debito ulteriore sia legato a politiche di grandi urgenze. Certo, quando stavamo nella fase acuta della pandemia il ricorso al Mes poteva essere più giustificato. Adesso non ne sarei così sicuro.