Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera spiega che «il Pnrr deve essere attualizzato» e ribadisce l’obiettivo di Forza Italia in vista delle prossime Europee: «Il presidente Berlusconi vuole portare il modello italiano di centrodestra di governo alla guida dell’Europa dice - Occorre andare oltre all’alleanza fra Ppe e socialisti, e cercare invece di aprire ai Conservatori oltre che ai Liberali». E invita la Lega a partecipare all’iniziativa. «Un’ ipotesi di questo tipo - incalza - sicuramente auspicabile, non potrebbe prescindere, per un buon esito, da un accordo e un percorso comune con i nostri alleati qui in Italia, che non intacchi la specificità delle forze politiche in gioco».

Capogruppo Barelli, ieri discussione e oggi voto di fiducia in Aula sul decreto Pa, che contiene anche la norma sulla Corte dei conti e il controllo del Pnrr: Forza Italia è soddisfatta di quanto emerso dal tavolo tra il ministro Fitto e la Corte?

Il ministro Fitto e il governo sta lavorando bene. Con l’emendamento approvato al decreto riguardante la Pubblica amministrazione, il governo non ha eliminato i controlli della Corte dei conti sul Pnrr. Resta l’attività preventiva di collaborazione e il controllo consuntivo degli atti amministrativi, quello fondamentale per colpire chi eventualmente va fuori legge nella gestione dei fondi pubblici. Ad essere sospeso è il controllo concomitante, cioè quello previsto per la fase di attivazione, con l’obiettivo di semplificare e accelerare le procedure. Questo non significa certo eliminare i controlli. Lo ha spiegato benissimo anche un grande costituzionalista come Sabino Cassese, che non è certo un uomo di destra, che valuta come i ruoli tra Corte dei conti e la Pubblica amministrazione devono essere separati e non vanno sovrapposti a livello decisionale.

Ieri è arrivato il passo indietro dell’Ue, che aveva criticato il provvedimento: si aspettava questa polemica?

Non c’è nessuna polemica con l’Europa, che ha sottolineato come il controllo sulla gestione dei fondi rimane sotto la responsabilità dei singoli Paesi e che il governo italiano è perfettamente in linea con le aspettative europee in merito alla trasparenza.

Spesso si dice che il Pnrr non ha colore politico, ma la discussione con le opposizioni stenta a decollare, come dimostrano le accuse di Pd e M5S proprio sul caso Corte dei conti: come si muoverà la maggioranza per cercare il dialogo con le opposizioni?

L’opposizione fa l’opposizione. Certo, sarebbe meglio se lavorasse assieme a noi nell’interesse dell’Italia, invece di essere solo disfattista e attaccarsi a polemiche strumentali e inutili. Il Pnrr è stato pensato in piena emergenza Covid. Non c’era la guerra in Ucraina, non c’era l’aumento del costo delle materie prime ed energetiche, l’inflazione non raggiungeva certo i li- velli attuali. Il piano deve essere attualizzato e tutti i fondi devono essere spesi bene per far ripartire il Paese.

Tra le opposizioni c’è però chi, come il terzo polo, non solo ha preso le parti del governo sulla questione Corte dei conti ma ha anche aperto al dialogo sull’elezione diretta del presidente del Consiglio per quanto riguarda le riforme istituzionali: crede sia possibile un asse tra maggioranza e terzo polo su questi temi?

Sulle riforme istituzionali le opposizioni devono essere coinvolte. Il ministro Casellati sta lavorando in questa direzione, consultando le opposizioni, le parti sociali, costituzionalisti di diverse sensibilità politiche e culturali e continuerà a farlo. Certo, speriamo che non arrivino sempre e solo dei no a qualsiasi proposta, solo per partito preso. Altrimenti dovremo necessariamente andare avanti da soli.

Il terzo polo in Europa sta con Renew Europe e Berlusconi ha ipotizzato una nuova maggioranza tra Popolari, conservatori e liberali per il governo del Parlamento europeo: crede sia possibile una soluzione di questo tipo?

Il presidente Silvio Berlusconi ha straordinarie capacità visionarie e per questo ha disegnato un nuovo obiettivo: portare il modello italiano di centrodestra di governo alla guida dell’Europa. È un progetto ambizioso ma percorribile, un governo europeo di centrodestra che riunisca i valori e i principi del Partito Popolare e dei Liberali e Conservatori europei. Questo garantirebbe anche stabilità e chiarezza in un momento in cui in Europa si avverte una crisi nella leadership. Sarebbe, tra l’altro, una soluzione più naturale di quella che fino a oggi ha visto insieme in Europa forze politiche fin troppo eterogenee tra loro.

Che ricadute avrebbe sulla maggioranza in Italia se questa idea dovesse concretizzarsi ma la Lega ne rimanesse fuori, come fatto capire da Salvini nelle ultime ore?

In Europa soffiano venti di grandi cambiamenti. Occorre andare oltre all’alleanza fra Ppe e socialisti, e cercare invece di aprire ai Conservatori oltre che ai Liberali. Una ipotesi di questo tipo, sicuramente auspicabile, non potrebbe prescindere per un buon esito - da un accordo e un percorso comune con i nostri alleati qui in Italia. Un percorso comune, che non intacchi la specificità delle forze politiche in gioco. Confidiamo, per questo, anche nell’importante lavoro del nostro coordinatore e vice premier Antonio Tajani che, forte della sua credibilità e dei suoi rapporti internazionali, lavora già da tempo a questo obiettivo assieme al presidente Berlusconi.

Il quale richiama da sempre lo spirito liberale, europeista, cristiano e garantista di Forza Italia e del Ppe: non c’è il rischio che un’alleanza di governo del Parlamento europeo sposti troppo a destra la coalizione, rischio che ad esempio sta correndo anche il partito popolare, costretto all’alleanza con Vox?

No, perché Forza Italia è il partito fondatore del Ppe, unico partito di riferimento in Italia dei moderati, saldamente ancorato ai principi europeisti, atlantisti, democratici, riformisti e liberali. Quindi, non ci sarà nessuno spostamento a destra in Europa. Il centrodestra in Italia, tra l’altro, è forte e coeso pur nelle diversità dei partiti che lo compongono. Abbiamo dato vita ad un governo che sta dando ai cittadini le risposte che aspettavano da tempo, con riforme coraggiose che modernizzeranno il paese e sta realizzando una a una le promesse fatte in campagna elettorale, dall’abbassamento della pressione fiscale, alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, passando per l’aumento delle pensioni minime. Stiamo lavorando ad una grande riforma della giustizia e a quelle istituzionali. Tutte iniziative e riforme di chiaro stampo liberale.