"Le nomine non mi appassionano in maniera particolare, non personalizzo e quindi non entro nel merito di chi è più bravo e di chi è meno bravo. C’è il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia, mi affido alla loro competenza e alle loro scelte». Dopo lo scontro con Bankitalia per la nomina del direttore generale Signorini, il vicepremier Salvini sembra voler gettare acqua suo fuoco. Soprattutto dopo la netta presa di posizione del ministro dell’Economia Tria: sponsor ufficiale di Signorini e garante dell’indipendenza di Palazzo Koch.

Insomma, passate le elezioni abruzzesi i toni sembrano placarsi decisamente. Almeno per quel che riguarda la parte leghista del governo.

Nessuna nuova notizia arriva invece dai 5Stelle che nei giorni passati erano stati ben più duri.

In attesa della soluzione del contezioso, esplode la polemica sulle riserve aureee. Secondo la Stampa il governo, o parte di esso, starebbe pensando di vendere il 20% del tesoretto custodito dalla Banca d’Italia ( si tratta di 2.451 tonnellate d’oro, la terza riserva dopo Stati Uniti e Germani) per finanziare il congelamento dell’Iva.

Ipotesi smentita dallo stesso Salvini e accolta con freddezza dalla Bce che pure, secondo l’articolo 127 del tratto Ue ha il compito di «detenere e gestire le riserve ufficiali» dei paesi aderenti all’Eurozona. Al momento il vicepremier Salvini sembra accontentarsi di vedere risconosciuto il principio: «L’oro è di proprietà degli italiani e non di altri».