I GENERALI DI MOSCA: «PRESTO FINIREMO LE OPERAZIONI»

«L’operazione militare speciale della Russia in Ucraina finirà presto, non la allungheremo». Il vice presidente della Commissione Affari Esteri della Federazione Russa, Andrey Klimov, ha fissato i termini della guerra in Ucraina. «Non appena renderemo l'Ucraina sicura per la Russia, la fase militare si fermerà», ha continuato Klimov, il quale però non ha esplicitato una data o un periodo preciso.

Non poteva essere altrimenti visto che i combattimenti sono ben lungi dall'essersi attenuati e in tutta l'Ucraina il fiato rimane sospeso in attesa della più volte annunciata offensiva russa per occupare tutto il Donbass. Le notizie che infatti arrivano dal terreno sono quelle che parlano ancora di bombardamenti e morti. Due persone sarebbero morte a causa delle bombe mentre si trovavano nei pressi di una chiesa ortodossa nella cittadina meridionale di Mykolaiv. Diverse altre invece risulterebbero ferite.

Una strage si sarebbe verificata invece a Borovoy nella regione di Kharkiv. Secondo le notizie riportate da Interfax- Ucraina, che ha citato Dmytro Chubenko, addetto stampa dell'ufficio del procuratore regionale, ' fino a dieci persone sono state uccise e 30 sono state ferite'. Le vittime erano in attesa degli autobus per l'evacuazione quando i russi avrebbero aperto il fuoco. E' stata aperta un'indagine dall'ufficio del procurastore generale di Ucraina per violazione delle leggi e dei costumi di guerra, combinata con omicidio premeditato. Che la guerra sarà ancora lunga lo testimoniano anche le parole del segretario di stato americano Blinken il quale, parlando agli alleati europei, si è spinto ad ipotizzare che il conflitto possa allungarsi per tutto il 2022. Quella che sembra invece ormai essere giunta alla fine è la battaglia per Mariupol.

Il ministero della Difesa russo ha annunciato che le truppe di Mosca hanno ormai il controllo dell’Ilyich Steel Plant, l’acciaieria dove si sono svolti feroci combattimenti negli ultimi giorni. È stato lo stesso comandante della 36esima brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, a lanciare un appello disperato: «sbloccare Mariupol il prima possibile, militarmente o politicamente. Non abbiamo intenzione di arrenderci, ma la situazione sta precipitando».

Per la prima volta da diversi giorni le sirene sono tornate a squillare a Kiev, un raid missilistico infatti avrebbe colpito e distrutto ieri notte una fabbrica d'armi nella capitale. L'attacco sarebbe in realtà una rappresaglia per i colpi arrivati in territorio russo nella zona di Belgorod, Mosca aveva accusato l'Ucraina di aver inviato elicotteri e bombardato centri abitati. Stando a questa ricostruzione, smentita da Kiev, l'attacco avrebbe provocato almeno sette feriti.

Ma forse la risposta russa è dovuta ad un fatto ancora più significativo: l'affondamento della nave lanciamissili Moskowa. L'incrociatore è al centro di narrazioni contrapposte. La guardia costiera ucraina sostiene che un attacco con missili Neptune ha fatto esplodere le munizioni stivate nella nave che poi è affondata a causa delle cattive condizioni del mare. Durante la battaglia sarebbe deceduto anche il comandante dell'incrociatore russo, Anton Kuprin. Mosca continua a smentire la ricostruzione parlando di un incendio dovuto a cause ignote che ha fatto saltare in aria la Santa Barbara. Ma secondo il ministro della Difesa lituano, in soccorso dei marinai russi sarebbe intervenuta una nave turca cprendendo a bordo parte degli uomini finiti in mare.