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SONO DUE BRITANICI E UN MAROCCHINO
«Tutti gli stranieri condannati a morte hanno presentato ricorso. Se il tribunale riterrà appropriata la condanna, i loro casi saranno trasferiti al servizio competente per l'esecuzione della sentenza. La pena di morte è prevista tramite fucilazione». Così ha ieri Denis Pushilin, capo dell'auto proclamata repubblica del Donetsk ( Dpr).
La vicenda vede protagonisti due combattenti britannici e uno marocchino, Aiden Aslin, Shaun Pinner e Saaudun Brahim: i tre sono stati condannati il 9 giugno scorso da un tribunale di Donetsk accusati di essere mercenari e addestrati a compiere atti di terrorismo. Difficilissimo appurare i fatti anche perché la corte che ha emesso la sentenza appartiene ad un'entità territoriale non riconosciuta dalla comunità internazionale.
L'ex premier inglese Johnson aveva promesso un'azione per liberare i concittadini i ma fino ad ora non si e arrivati nemmeno ad una trattativa, si era parlato di un possibile scambio di prigionieri ma non esiste nessuna certezza. Il caso poi potrebbe costituire un arma di pressione propagandistica usata dalla Russia.
Tutto dunque è affidato ad una Corte Suprema non riconosciuta, chiamata a confermare o meno una condanna in data ancora non stabilita. Rimane il fatto che la presenza di uomini in armi stranieri, che combattono per Kiev, costituisce un fronte dove il diritto e l'arbitrio si confondono. I tre sono considerati mercenari ma hanno sempre sostenuto di combattere per l'esercito regolare ucraino.
Diverse agenzie internazionali hanno ricostruito la biografia dei condannati, Sean Pinner, di 48 anni, ha militato nell’esercito britannico in Irlanda del Nord, nel 2018 si e trasferito in Ucraina dove ha sposato una donna che lavora in una ong, si è poi arruolato nell’esercito ucraino. Il ventottenne Aiden Aslin invece ha un passato di volontario nelle Ypg curde del Rojava, dal 2018 è in Ucraina arruolato nei marines nazionali. Diversa la situazione di Saadun Brahim che studiava al politecnico di Kiev e che secondo i suoi genitori aveva preso la cittadinanza ucraina.
Sembrano essere in atto tutte le condizioni per non considerare i tre come mercenari, il diritto internazionale stabilisce infatti, almeno due parametri: essere stati reclutati per combattere in uno specifico conflitto, essere motivati da scopi di lucro. Dovrebbe infine essere provato il coinvolgimento in atti di terrorismo cosa. Lo stesso processo è macchiato da evidenti violazioni delle norme stabilite dalla stessa Convenzione sul mercenariato del 1989, non e stato rispettato infatti l’obbligo di informazione, ' preventiva e successiva', al Segretario Generale dell’Onu e allo Stato di origine degli imputati, principio che vale per tutti i processi a carico di cittadini stranieri. C'è poi il fatto che i combattenti stranieri, secondo la legge ucraina, possono arruolarsi nell'esercito firmando un contratto che li equipara ai soldati locali non conseguendo dunque nessun vantaggio economico. Il 27 febbraio scorso Zelensky ha anche istituito la Legione dei volontari per chi non vuole essere inquadrato nell'esercito regolare, anche in questo caso le regole stabilite dalla Convenzione di Ginevra: sono comandati da una persona responsabile dei suoi subordinati, hanno segni distintivi, portano le armi in modo esplicito, le loro operazioni sono svolte esclusivamente in conformità alle leggi e agli usi di guerra.
I DUE CITTADINI BRITANNICI AIDEN ASLIN, A SINISTRA, E SHAUN PINNER, A DESTRA, E IL MAROCCHINO SAAUDUN BRAHIM, AL CENTRO, DURANTE IL PROCESSO