I LEGALI DELL’UBA RILANCIANO L’INIZIATIVA DEL CNF

L’iniziativa del Cnf, che ha mobilitato gli Ordini forensi di tutta Italia, per fornire supporto alla popolazione in fuga dalla guerra ha avuto risonanza in Ucraina. L’Uba ( Ukrainian Bar Association) ha rilanciato sui propri social network la campagna di sensibilizzazione dell’avvocatura italiana, che ha promosso la creazione di “contact point” in collaborazione con i Coa ( si veda Il Dubbio di ieri). In questi giorni drammatici l’Uba, presieduta dall’avvocata Anna Ogrenchuk, è particolarmente attiva nel denunciare l’aggressione militare russa e i bombardamenti ai danni dell’Ucraina. A capo dell’avvocatura ucraina, in questo caso l’Ukrainian National Bar Association, troviamo un’altra donna: Lidiya Izovitova. Negli ultimi giorni le più importanti organizzazioni dei legali stanno sensibilizzando l’opinione pubblica sulla guerra russo- ucraina. L’American Bar Association si è rivolta direttamente al Segretario di Stato, Antony Blinken, e al Segretario alla Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Alejandro Mayorkas, affinché ai cittadini ucraini venga concesso lo status di protezione temporanea, essendo costretti ad abbandonare il loro Paese. L'Aba, attraverso il suo presidente Reginald Turner Jr., fa sapere che gli avvocati statunitensi rimangono fermi nel proteggere e promuovere i diritti umani e lo stato di diritto, dimostrando massima vicinanza al popolo ucraino. Solidarietà agli avvocati ucraini da parte di Stephanie Boyce, presidente della “Law Society of England and Wales”. «Siamo solidali con il popolo ucraino – dice la numero uno degli avvocati di Inghilterra e Galles -, con l'associazione nazionale degli avvocati ucraini e l'Ordine degli avvocati ucraini. Siamo, però, anche dalla parte del popolo russo, che si oppone all'invasione illegale dell'Ucraina da parte del suo governo e degli avvocati che difendono lo stato di diritto nella regione». Ferma condanna della law Society per «le azioni della Federazione Russa, che violano il diritto internazionale». «Non c'è dubbio – prosegue Boyce - che queste azioni siano una minaccia diretta allo stato di diritto. Continuiamo a sostenere i nostri colleghi in questo momento difficile». Il presidente dell’Iba ( International Bar Association), Sternford Moyo, riflette sul salto nel buio causato dall’invasione militare ordinata da Putin. «Questo atto – afferma - rappresenta uno spartiacque che vìola indiscutibilmente il diritto internazionale. Gli Stati membri delle Nazioni Unite, dal 1945, hanno stabilito che la sovranità territoriale è inviolabile. Si tratta di un principio sul quale si regge lo stesso diritto internazionale e che garantisce l'ordine tra gli Stati. L'Iba, fondata per promuovere e proteggere lo stato di diritto, condanna fermamente l'invasione russa dell'Ucraina». Un altro importante esponente dell’Iba, il direttore esecutivo Mark Ellis, esprime la sua vicinanza nei confronti degli avvocati ucraini. «Il diritto internazionale – commenta - è chiaro. A uno Stato è vietato l'uso o la minaccia della forza contro un altro Paese. Tutti i casi di uso della forza da parte di uno Stato contro un altro, indipendentemente dalla gravità o dalle finalità, costituiscono una violazione. Questo principio protettivo è inviolabile ed è una delle norme fondamentali del diritto internazionale. Ci sono solo due eccezioni: il caso di uno Stato che agisce per autodifesa o quello in cui uno Stato agisce in base ad una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nessuna di queste due eccezioni è applicabile alle azioni della Russia contro l'Ucraina». Cosa accade invece nell’avvocatura russa? La Camera federale degli avvocati della Federazione Russa il 27 ed 28 febbraio, a pochi giorni dallo scoppio della guerra, ha pubblicato sul proprio sito internet due dichiarazioni di alcuni consiglieri nazionali. Tra gli avvocati russi è evidente una spaccatura. Nella dichiarazione del 27 febbraio si evidenzia che l’avvocatura «è fuori dalla politica». «La leadership del Paese – dicono alcuni consiglieri - ha preso una decisione, conforme a tutte le necessarie procedure costituzionalmente previste. Ed è questo quello che deve essere preso in considerazione rispetto a quanto sta accadendo nella vicina Ucraina. Questa la cosa principale per gli avvocati russi, che sono prima di tutto cittadini della Federazione Russa». Parole di tenore diverso quelle espresse da altri consiglieri il 28 febbraio scorso, che chiedono «a tutti coloro da cui dipendono gli eventi scatenati di fermare le ostilità e avviare colloqui di pace».