Ieri in commissione Giustizia al Senato è iniziato l’esame, in sede redigente, del disegno di legge che interviene sull’elezione dei componenti togati del Consiglio superiore di magistratura (Csm), presentato dal capogruppo di Forza Italia in commissione Pierantonio Zanettin. Il relatore, il vicepresidente della 2a Sandro Sisler (FdI), ha illustrato i contenuti del provvedimento, composto da 5 articoli e relativo al cosiddetto “sorteggio temperato”.

L’iniziativa legislativa «si propone di spezzare il legame fra magistrato e correnti tramite l'introduzione, nel procedimento elettorale della componente togata del Csm, di un sistema che consenta la possibilità di candidarsi anche a quei magistrati non supportati dalla corrente maggiormente influente di turno: il sorteggio temperato», si legge nella relazione di accompagnamento al ddl. In commissione è iniziata anche la discussione generale sul ddl, con gli interventi dello stesso Zanettin, del capogruppo Pd in 2a Alfredo Bazoli e dell’ex magistrato ed esponente M5S Roberto Scarpinato. «Con il mio disegno di legge – ha spiegato Zanettin - cercheremo di ovviare alle lacune della riforma Cartabia rilanciando l'idea di attenuare il peso delle correnti attraverso il meccanismo del sorteggio temperato dei candidati. Il meccanismo è semplice – ha osservato il parlamentare -: si considerano candidabili i magistrati più qualificati anche sotto il profilo dell'età. E, tra questi, vengono sorteggiati quelli che poi verranno sottoposti al voto.

Si tratta insomma di un sorteggio dei candidati in una rosa di aventi diritto». Invece il dem Bazoli ha espresso «dubbi e perplessità sulla proposta, sia per i rischi di incostituzionalità, sia per il fatto che le degenerazioni correntizie che incidono sulle scelte del Csm possono essere combattute efficacemente con nuove regole su nomine e azione disciplinare, come peraltro prevede la legge delega di riforma già approvata, sia perché il messaggio di evidente sfiducia nella capacità della magistratura di scegliersi i rappresentanti tradisce lo spirito velatamente punitivo della norma, in un clima sempre più avvelenato che non fa bene alle istituzioni». Mentre il senatore pentastellato Scarpinato ci ha riferito: «Ho espresso il parere contrario del Movimento 5 Stelle perché è una proposta in palese contrasto con l'articolo 104 della Costituzione». Ancora presto per qualsivoglia presa di posizione da parte del Governo: in teoria tutte le forze di maggioranza dovrebbero essere d’accordo date le loro prese di posizione durante la discussione della riforma ai tempi della Cartabia. Il dibattito ora proseguirà in una prossima seduta.