«La nostra risposta sarà dura e fulminea»

«Abbiamo tutti i tipi di strumenti che l'Occidente non può ottenere, e non ci vanteremo delle nostre armi, ma le useremo se necessario e voglio che tutti lo sappiano».

Vladimir Putin continua ad alzare i toni e fa sapere che ha già cominciato a colpire i suoi avversari sul piano delle forniture energetiche.

LA DUMA VOTA: NIENTE GAS AI PAESI OSTILI VERSO LA RUSSIA

«Abbiamo strumenti che l'Occidente non può ottenere e non ci vanteremo delle nostre armi, ma le useremo se necessario, voglio che tutti lo sappiano; vogliono farci a pezzi ma la nostra risposta sarà dura e fulminea» ha tuonato ieri Vladimir Putin alimentando l’escalation di dichiarazioni e minacce degli ultimi giorni.

In realtà il Cremlino ha già cominciato a colpire i suoi avversari occidentali tagliando i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria. E ieri la Duma ha votato una mozione in cui viene autorizzata l’interruzione delle forniture di energia «a qualsiasi nazione ostile nei confronti della Russia».

La reazione della Ue è arrivata quasi immediatamente. «L'annuncio di Gazprom di bloccare in modo unilaterale le consegne di gas ad alcuni Stati membri è un'altra provocazione del Cremlino» ma «la nostra risposta sarà immediata, unita e coordinata» ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Per l'Ue infatti la decisione russa è una violazione delle sanzioni che a quanto sembra saranno ampliate e rafforzate. Sempre von der Leyen infatti ha parlato di un sesto pacchetto di misure punitive che saranno rese note a tecon questa la mossa la Russia sostanzialmente danneggia se stessa»..

Eppure anche in questo clima rovente ieri è spuntata l’ipotesi di un vertice tra Putin e Zelensky. Ancora una volta è stata la Turchia a spingere in questa direzione. Erdogan in prima persona si sta spendendo in un lavoro di contatti con i due presidenti, il ministro turco della Difesa, Hulusi Akar, si dice fiducioso nonostante alcune difficoltà: «Forse sarà possibile riunire i due leader nei prossimi giorni su proposta del nostro presidente».

Un'eventualità che al momento, nonostante gli ottimismi turchi, appare più che improbabile. Lo dimostrano sia il silenzio russo che lo scetticismo ucraino. Per il consigliere presidenziale ucraino, Podolyak, ' i tempi e il contesto dell'incontro non sono stati ancora determinati'. Ma ad avere la parola sono soprattutto le armi. L'offensiva russa nel sud est del paese continua anche se lentamente. Le autorità regionali di Lugansk hanno denunciato che un raid russo ha colpito l'ospedale di Severdonetsk, dove sembra c'erano diversi pazienti, una donna sarebbe morta. Nella regione orientale di Donetsk invece il capo dell'amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, ha invece parlato di un bombardamento su Avdiivka dove sarebbero state usate bombe al fosforo. Fonti russe hanno confermato che missili Kalibr hanno distrutto un deposito di armi e munizioni fornite da Usa ed Europa nell'impianto di produzione di alluminio a Zaporizhia. Mariupol, o meglio le acciaierie Azostal, continuano ad essere martirizzate dai bombardamenti.

E a preoccupare è la situazione che si sta verificando nella regione separatista della Moldavia, la Transistria. Il governo locale, sostenuto dalla Russia, ha accusato l'Ucraina di aver sparato dei colpi nel territorio della regione. Zelensky ha invece detto che dietro i fatti si nascondono delle manovre provocatorie dei servizi segreti di Mosca.