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IL GASDOTTO NORD STREAM ANCORA BLOCCATO
Fine delle sanzioni, ripresa delle forniture di gas dalla Russia all’Europa. È l’equazione presentata ieri dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo il quale le sanzioni impediscono la manutenzione dei macchinari danneggiati del gasdotto Nord Stream. «Sono proprio le sanzioni che impediscono la manutenzione delle unità, che impediscono il loro spostamento senza adeguate garanzie legali e così via - ha detto Peskov - Sono queste sanzioni che gli Stati occidentali hanno imposto che hanno portato la situazione a quello che stiamo vedendo ora».
La risposta è arrivata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Putin sta usando l’energia come arma tagliando l’offerta e manipolando i nostri mercati energetici - ha spiegato su twitter - Fallirà e l’Europa prevarrà: la Commissione europea sta preparando proposte per aiutare le famiglie e le imprese vulnerabili a far fronte ai prezzi elevati dell’energia» . E mentre nel vecchio continente ci si interroga sulle misure da prendere per far fronte all’aumento del prezzo del gas, tornato a sfiorare la quota di 300 euro al megawattora, è la stessa Ucraina a proporsi, almeno in parte, per sostituire il gas russo. «Abbiamo 30 miliardi di metri cubi di gas nei nostri depositi e possiamo offrirne una parte ai nostri partner dell’Ue - ha detto Denys Shmyhal, primo ministro ucraino La Russia sta conducendo una guerra ibrida contro l’Europa e siamo consapevoli che ci possa essere una stanchezza per la guerra, ma abbandonare l'Ucraina significa scoprire il fianco alla Russia: se restiamo uniti possiamo sopravvivere all’inverno».
La questione tiene banco anche in campagna elettorale, e a farla da padrone è il «ricatto» che secondo molti Putin sta conducendo contro l’Ue. «Di fronte all’evidente e dichiarato ricatto di Putin, l’Europa deve reagire con tutta la forza possibile per difendere cittadini e imprese dagli aumenti dei prezzi energia», ha scritto sui social il leader del Pd, Enrico Letta. Il leader dem ha definito la strategia russa «intollerabile», stessa aggettivo utilizzato per descrivere «le ambiguità della destra, di Salvini e Berlusconi sulla Russia di Putin».
Il numero uno del Nazareno ha poi accusato Salvini di «perfetta consonanza» tra la Lega e il Cremlino sulla critica alle sanzioni europee contro Mosca. «Alla sovranità di quale paese fa riferimento il capo della Lega?», si è chiesto Letta. Da Treviso, dov’era presente per una tappa della campagna elettorale al fianco del presidente del Veneto, Luca Zaia, Salvini è infatti tornato a parlare delle iniziative europee contro la Russia. Famiglie, imprenditori e lavoratori italiani stanno pagando veramente sulla loro pelle le sanzioni - ha detto l’ex ministro dell’Interno - L’Europa ha imposto le sanzioni, l’Europa fa il piacere di mettere i soldi per permettere agli italiani di pagare le bollette». Sanzioni che vengono invece definite «fondamentali» dal presidente del Copasir e senatore di Fratelli d’Italia, Adoro Urso, per il quale tuttavia serve una «sovranità produttiva europea».
E se per Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e alleato del Pd nel centrosinistra quella del caro- bollette è «una crisi nella crisi» ma lo scostamento di bilancio «è come il gioco delle tre carte» perché «sono soldi di tutti noi», a ragionare di scostamento è Carlo Calenda, front man del terzo polo. «Bisogna fare lo scostamento perché quello che non spendiamo adesso lo spenderemo domani, ma farlo per un governo dimissionario è un grande problema», ha detto il segretario di Azione, il cui alter ego, Matteo Renzi, è tornato a chiedere il rigassificatore a Piombino. «Chi dice no agli impianti sottolinea l’ex presidente del Consiglio - distrugge . i risparmi delle famiglie». Contrario, invece, lo stesso Fratoianni. «Discutiamo pure della fase di transizione ma non raccontiamo bugie agli italiani - è il ragionamento del segretario di Si Non si risolve la crisi energetica e delle bollette con i rigassificatori» Intanto si è conclusa ieri la missione della delegazione dell’Aiea nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove sono rimasti due ispettori dell’agenzia. L’ultimo reattore della centrale ancora in funzione è stato scollegato dopo la ripresa dei bombardamenti nell’area, attribuiti dai filorussi alle «forze armate ucraine».
Ma critico verso la missione Aiea è il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, per il quale più che un intervento volto al mantenimento della pace servirebbe «una valutazione di ingegneria nucleare» dell’impianto.
«Al momento sul posto ci sono militari russi che non comprendono ciò che sta accadendo - spiega il funzionario - E ci sono diversi nostri lavoratori che hanno bisogno di un qualche tipo di protezione: avere accanto esponenti della comunità internazionale».