Naturalmente, come le colpe dei padri non ricadono sui figli, le “responsabilità” di chi approva riforme non possono essere scaricate tout court su chi, semplicemente, ricorda di doverle attuare. Ma certo, il testo con cui il Comitato di presidenza del Csm propone di applicare il “tetto” per gli emolumenti dei consiglieri – così come prescritto non da un generico principio di sobrietà ma dalla riforma Cartabia – potrebbe non essere irrilevante, rispetto alla già vivace dialettica tra il vicepresidente Fabio Pinelli (che del Comitato di presidenza fa parte) e il resto del plenum.

Allora, andiamo con ordine: ieri i vertici di piazza Indipendenza hanno fatto sapere che «il Csm per la prima volta, come da proposta del Comitato di Presidenza, adegua il regolamento di contabilità al tetto degli emolumenti, a seguito», appunto, «dell’approvazione della legge Cartabia. Anche gli adeguamenti Istat previsti, verranno applicati in misura ridotta, rispetto al tasso reale di inflazione», si precisa. Fino alla chiosa che è evidentissimamente una rivendicazione di responsabile auto-continenza: «Il lavoro di consigliere viene di fatto remunerato meno, per di più a fronte di un incremento delle attività consiliari dovuto al maggior numero delle sedute di commissione».

Dato che rallegra a seconda di chi lo legge: magari i consiglieri destinati a lavorare di più per guadagnare meno saranno meno contenti: sarà un caso, ma l’approvazione della delibera è stata rinviata al prossimo plenum. Comunque, la riforma Cartabia stabilisce essenzialmente due cose: un limite massimo agli emolumenti complessivi (indennità di seduta incluse) dei consiglieri, parificato al tetto universale di 240mila euro previsto per gli incarichi apicali dell’intera amministrazione pubblica. Dopodiché, secondo quanto riferiva la relazione tecnica dell’originario ddl sul Csm, i parametri introdotti con la riforma di legge consentirebbero in ogni caso un risparmio globale, per l’istituzione, pur a fronte dell’incremento del numero di componenti, passati da 24 a 30 (ai quali vanno aggiunti i vertici della Cassazione, membri di diritto). Cosa effettivamente avverrà, in dettaglio, quando il plenum approverà la proposta di nuovo regolamento avanzata dal Comitato di Presidenza è difficile da stabilire. Anche perché tutto varia in virtù del numero delle sedute, comprese quelle di commissione, numero che non è certo predeterminabile per legge. Piazza Indipendenza è per la sintesi “lavorare tutti di più, guadagnare meno”. Il che lascerebbe aperta l’incognita iniziale: il rischio cioè che la freddezza tra Pinelli e i consiglieri si aggravi anziché ridursi.