«Se siete davvero garantisti dovete aderire, anche firmando, questo Manifesto»: è questo l’appello trasversale lanciato ieri dal deputato e responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa, a tutti i candidati delle forze politiche in vista delle prossime elezioni Europee dell’8 e 9 giugno. Non poteva essere che lui a lanciare questa iniziativa, considerate le battaglie che sta portando avanti da anni in Commissione Giustizia e in Parlamento sul filone garantista della giustizia, molto spesso isolato e con la magistratura a criticarlo aspramente. Ma in cosa consiste il Manifesto? Vediamolo nel dettaglio. Si tratta di una sorta di decalogo con il quale l’aspirante parlamentare europeo assicura l’elettorato sul voler assumere i seguenti impegni: 1) «sostenere la piena affermazione della presunzione di innocenza e sollecitare le procedure d’infrazione nei confronti dei Paesi che non si adeguano alle disposizioni della direttiva 343/2016»; 2) «rafforzare le norme a tutela del giusto processo, della parità tra accusa e difesa, delle garanzie dell’indagato e dell'imputato, vigilando per la piena attuazione delle garanzie procedurali»; 3) »Respingere ogni forma di indebolimento del diritto di difesa e del diritto all’assistenza legale»; 4) «Operare perché l’Unione europea consideri la restrizione della libertà personale prima della sentenza definitiva come extrema ratio e ne sanzioni l'abuso»; 5) «Puntare alla piena affermazione del principio di riservatezza delle comunicazioni come diritto essenziale della persona, sacrificabile esclusivamente in caso di gravi reati e con procedure rigorose»; 6) «Operare per la piena affermazione della finalità rieducativa della pena, sanzionando i Paesi che presentano condizioni disumane delle carceri e della detenzione»; 7) «Prevedere sanzioni verso i responsabili di ingiuste detenzioni o errori giudiziari»; 8) «Garantire agli assolti e ai prosciolti l'oblio delle notizie relative alle indagini che li hanno interessati»; 9) «Operare per la piena affermazione della responsabilità civile dei magistrati»; 10) «Non utilizzare mai la scorciatoia giudiziaria per colpire l'avversario politico». Il Manifesto sarà pubblicato sul sito “presuntoinnocente.com” e sarà inviato alle segreterie e ai responsabili di lista di tutti i partiti. «Sono tanti a professarsi “garantisti” in astratto, sono pochi, pochissimi ad esserlo in concreto. L’Unione Europea svolge un ruolo sempre più importante in tema di giustizia e di affermazione dei diritti, con interventi normativi e procedure d’infrazione. È giusto che gli elettori conoscano gli impegni dei singoli candidati su questi temi»: così ha poi commentato al <CF512>Dubbio</CF> il parlamentare nel presentare il suo Manifesto che deve «assicurare l’elettore» sul fatto che chi andrà a rappresentarlo in Europa «sarà rispettoso di principi fondamentali come la presunzione di innocenza». «Il tasso di liberalismo di un politico – ha aggiunto l’onorevole – si misura dall’assunzione e dalla capacità di mantenere impegni concreti. Questi dieci punti sono il minimo sindacale per potersi definire garantisti». Per Costa «l’essere garantisti in tema di giustizia è una questione che va affrontata in modo trasversale, non in chiave di singolo partito. Non esiste il partito garantista per eccellenza: tutti hanno al loro interno diverse personalità e sensibilità, spesso tentazioni giustizialiste, cedono per ragioni di quieto vivere o di convenienza a posizioni forcaiole. Abbiamo visto molte volte esponenti della maggioranza tapparsi il naso rispetto ad alcuni provvedimenti, anche se comunque autenticamente garantisti». Sull’ipotesi di quanti possano aderire al Manifesto ci ha risposto: «temo saranno in pochi a sottoscriverlo, in pochissimi a rispettarlo, visto anche come è iniziata la campagna elettorale. È impopolare essere e mostrarsi convintamente garantisti. Occorre essere coraggiosi: ogni giorno c’è il rischio di essere accusati di collusione, di complicità, di indebolire la lotta alla criminalità. Questa è la sorte del garantista». L’impegno richiesto da Costa è molto coerente con il lavoro svolto a livello nazionale con l'intergruppo dei Garantisti in Parlamento, un'altra iniziativa nata proprio per suo volere nel 2023: «potremmo essere molti di più nell’intergruppo. Se tu ti impegni a prendere una posizione, lo fai anche contro il tuo partito. Io, pur essendo responsabile giustizia del mio partito, quando quest’ultimo ha votato la mozione di sfiducia alla Ministra Santanché, benché tutto mi divida politicamente da lei, io ho preso le distanze». Concludiamo la chiacchierata sulla lista degli impresentabili alle elezioni regionali resa nota dalla Commissione bicamerale antimafia: «sarebbe quella lista di persone che non ha una condanna definitiva?» ironizza ma non troppo il deputato che conclude: «è una azione abusiva del Parlamento, siamo al deliro illiberale».