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Botta e risposta a distanza tra il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Cesare Parodi, dopo le dichiarazioni del viceministro al Forum in Masseria, organizzato da Bruno Vespa. Al centro del confronto: la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e il ruolo del Parlamento nel processo legislativo.
Il viceministro Sisto ha tracciato un cronoprogramma preciso: «Un paio di settimane per completare il primo giro al Senato, il secondo dei quattro passaggi. Poi ci sarà il terzo passaggio, il secondo per la Camera, che potrebbe essere incardinato a luglio e chiuso a settembre. Il quarto e ultimo passaggio entro l’anno. Se questo programma sarà rispettato, il referendum è pensabile nella primavera del 2026».
Il viceministro ha anche respinto le critiche arrivate dal fronte della magistratura: «Lo definisco un nervosismo da riforma costituzionale. È indubbio che ci sia un momento di difficoltà, soprattutto in certa magistratura, nel comprendere che oggi c’è un Parlamento che finalmente scrive le leggi, anche quelle costituzionali, senza chiedere il permesso né all’Anm né al Consiglio Superiore della Magistratura».
Secondo Sisto, si tratta di una novità “culturale” più che politica: «Mi rendo conto che è un atteggiamento innovativo. Ma quando ci sono le competenze, l’articolo 101 della Costituzione si applica fino in fondo: il Parlamento scrive le leggi e i giudici le applicano».
Il viceministro ha poi ribadito che la riforma non nasce in chiave punitiva nei confronti della magistratura: «Nessuno vuole fare la guerra ai giudici. Non è una riforma contro qualcuno, ma una riforma per il cittadino, per restituire fiducia nella giustizia».
La replica del presidente dell’Anm, Cesare Parodi, intervistato da Affaritaliani.it. non si è fatta attendere: «Nessuna novità, nessun nervosismo. Difendiamo principi. Francamente, non vedo alcuna novità nelle dichiarazioni di ieri. Il governo ha sempre detto di voler portare avanti questa riforma costituzionale in coerenza con il proprio programma elettorale e non ha mai pensato di modificarne il testo».
Parodi respinge anche l’idea che la magistratura sia in fibrillazione: «Se c’è nervosismo, riguarda forse le forze politiche di governo. Noi magistrati abbiamo idee precise che esprimiamo e continueremo a esprimere nelle sedi democratiche. Non siamo affatto nervosi. Difendiamo dei principi nei quali crediamo profondamente».
Il presidente dell’Anm ha inoltre messo in discussione il metodo seguito dal governo: «Un vero dibattito parlamentare sulla riforma, per tempi e contenuti, di fatto non c’è stato. Questo la dice lunga sulla volontà dell’esecutivo. Parliamo di una riforma che tocca il cuore giuridico delle istituzioni, portata avanti senza un reale confronto non solo con l’Anm, ma anche con le opposizioni parlamentari».
Sia Sisto che Parodi concordano su un punto: sarà il referendum costituzionale a stabilire il destino della riforma. «I cittadini – sottolinea il presidente dell’Anm – daranno il giudizio finale. Noi ci stiamo impegnando in manifestazioni pubbliche e sui social per spiegare le nostre posizioni. Il dibattito è aperto e continuerà nei prossimi mesi».
E proprio sul referendum, Parodi lancia un segnale: «Ritengo che nelle urne potrebbero esserci delle sorprese. Alcuni pensavano che la riforma sarebbe passata facilmente con il consenso di larga parte dell’opinione pubblica. Ma non è così scontato».
Quanto all’ipotesi di nuove mobilitazioni della magistratura, Parodi è cauto: «In questo momento non c’è alcuna ipotesi concreta di un ulteriore sciopero. Ovviamente, sarà la giunta dell’Anm a valutare. Dipenderà anche dai toni della campagna referendaria e dal clima politico. Noi comunque vogliamo continuare a parlare ai cittadini con strumenti diversi, non necessariamente con lo sciopero».
Parodi conclude ribadendo la posizione dell’associazione: «Noi non ci siamo mai sostituiti al governo o al Parlamento. Ma come cittadini, prima ancora che come magistrati, difendiamo le nostre opinioni. E continueremo a farlo con determinazione e responsabilità».