Il Consiglio superiore della magistratura ha rinominato ieri per la terza volta consecutiva Giovanni Bombardieri a procuratore di Reggio Calabria. Nuovamente sconfitto, dunque, Raffaele Seccia, in servizio presso la Procura generale della Cassazione. Con la sola astensione del togato di Magistratura indipendente Dario Scaletta ed il voto contrario di Andrea Mirenda, togato “senza correnti”, gli altri magistrati hanno votato convintamente per Bombardieri, considerato il miglior candidato possibile.

A nulla sono valse le diverse pronunce del giudice amministrativo, due sentenze di annullamento, una sentenza di ottemperanza ed infine il rigetto di una revocazione per ottemperanza con indicazione del percorso da seguire per la nomina del procuratore di Reggio Calabria, che avevano sempre dato ragione a Seccia. Per quest’ultimo hanno invece votato tutti i laici, tranne Ernesto Carbone di Italia Viva e Roberto Romboli (Pd). Pur non avendo mai svolto funzioni direttive, il punto di forza di Bombardieri è stata la conoscenza della criminalità organizzata di tipo mafioso, di gran lunga superiore rispetto a quella di Seccia. Quest'ultimo, già procuratore di Lucera e Fermo, nonostante il «meritorio percorso requirente», non avrebbe avuto analoga esperienza.

Secondo Palazzo Spada, comunque, il solo fatto della «maggiore conoscenza del fenomeno criminale ndranghetista» non poteva essere considerato un elemento di prevalenza. La laica Daniela Bianchini (Fd’I) ha sottolineato che «l’obiettiva prevalenza sul piano qualitativo derivante dal maggior rango delle funzioni svolte» da Seccia non può essere sovvertita, «tenuto conto della natura direttiva dell’Ufficio da conferire e delle conseguenti esigenze funzionali da soddisfare». E «anche qualora si volesse pervenire ad un giudizio di sostanziale equivalenza dei due profili professionali», Seccia «prevarrebbe comunque per la maggiore anzianità». In questa pratica hanno trovato spazio le immancabili chat di Luca Palamara che, come raccontato sul Dubbio lo scorso 29 aprile, avevano evidenziato un “patto” fra Bombardieri e l’ex presidente dell’Anm che prevedeva la revoca della domanda da parte del primo per aggiunto a Roma in cambio del futuro posto di procuratore a Reggio Calabria una volta lasciato libero da Federico Cafiero De Raho.

Le chat in questione, risalenti al 2017, sono state quindi lette da Mirenda in Plenum. Una iniziativa che è stata fortemente criticata da alcuni suoi colleghi pro Bombardieri che lo hanno accusato in questo modo di volere “spettacolarizzare” la discussione. Da parte sua Mirenda, visto l’esito del voto, ha fatto sapere che d'ora in avanti si asterrà su tutte le pratiche dove compaiono le chat di Palamara.