IERI PIOGGIA DI INTERVENTI M5S, OGGI SI RICOMINCIA

Riprenderanno oggi a mezzogiorno i lavori parlamentari sul decreto Aiuti, provvedimento sul quale il governo metterà la fiducia. Fiducia che verrà accordata, a meno di scossoni, ma senza il voto del Movimento 5 Stelle al testo, reo di contenere la norma sul termovalorizzatore di Roma. Argomento che sarà certamente affrontato domani nel faccia a faccia tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il leader pentastellato, Giuseppe Conte, rinviato ieri a causa degli impegni del primo a Canazei dopo la tragedia della Marmolada. Per il Movimento 5 Stelle la norma in questione è «irricevibile» e dunque il segnale da dare al governo sarà quello di astenersi sul testo che la prevede, evitando tuttavia di mettere in crisi il governo e uscire da esso non votando la fiducia. Ma il rapporto tra grillini ed esecutivo è ai minimi, con tanto di pioggia di interventi pentastellati ieri alla Camera in sede di discussione generale proprio sul dl Aiuti.

Intervenuti, tra gli altri, il capogruppo Davide Crippa e Alberto Zolezzi, che ha definito «assessore a Cosa Nostra» l’assessore all’Ambiente del comune di Roma, Sabrina Alfonsi ( salvo poi scusarsi). «Un’infamia», secondo il deputato dem Filippo Sensi, che rischia di creare «un problema politico» tra Pd e M5S.

Oggi, alla ripesa dei lavori, sarà votato il rinvio in commissione per la necessità di aggiustare il testo su alcune coperture, per poi procedere con la richiesta di fiducia. Che dunque arriverà a poche ore dalla resa dei conti tra Draghi e Conte, spartiacque per la permanenza o meno del M5S al governo. Le prime frizioni tra grillini e presidente del Consiglio arrivarono proprio quando i primi non votarono in Consiglio dei ministri il provvedimento, dopo un braccio di ferro con l’ex presidente della Bce che non aveva voluto sentire ragioni di stralciare la norma dal testo. Tuttavia, vista la portata del decreto ( 23 miliardi di aiuti per imprese e famiglie) con ogni probabilità il Movimento si limiterà a lanciare un segnale. Per poi chiedere conto di questa e di altre scelte del governo nel tête a tête tra ex e attuale inquilino di palazzo Chigi. Un segnale di distensione è arrivato da Antonio Federico, capogruppo grillino in commissione Ambiente, dopo l’approvazione dell’emendamento a sua prima firma al decreto. «Il contrasto allo spopolamento passa anche dalla rigenerazione del patrimonio edilizio che rende più attrattivo un territorio, soprattutto nelle aree interne - ha detto Federico - In questo senso compiamo un passo avanti perché con l’approvazione di un nostro emendamento semplifichiamo, acceleriamo e rendiamo più vantaggiose la demolizione e la ricostruzione degli immobili in aree vincolate».

Ma sullo sfondo aleggia sempre la figura di Beppe Grillo, fondatore del Movimento, che più volte nelle scorse settimane, e da ultimo nel suo viaggio di Roma di una settimana fa, ha escluso la possibilità di un’uscita del M5S dalla maggioranza.

Almeno fino a domani, quando Conte entrerà a palazzo Chigi.