Si è insediata ieri mattina alle 10 la “Commissione per la riforma del processo penale”, istituita dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con decreto ministeriale del 5 maggio 2023. Il Guardasigilli ha portato il suo saluto alla prima seduta in Sala Falcone in via Arenula. La commissione, «che avrà un intenso calendario di riunioni – si legge sul sito del ministero -, è composta da autorevoli rappresentanti delle diverse anime del mondo del diritto» : accademia, avvocatura, magistratura, oltre a delegati dell’Ufficio legislativo del ministero e del Gabinetto. A presiederla, il capo dell’Ufficio legislativo, Antonio Mura».

Entro un anno, il gruppo di lavoro dovrà sottoporre al Guardasigilli proposte di intervento normativo. Allo stesso tempo, la Commissione lavorerà a possibili semplificazioni del rito per favorire la migliore attuazione del giusto processo e realizzare una “efficienza qualitativa”, nella cornice degli impegni sottoscritti con l’Europa tramite il Pnrr. «Attuare fino in fondo i principi del processo accusatorio», con una condizione invalicabile: «L’indipendenza e l’autonomia della magistratura sono valori su cui non si può transigere», ha detto il Guardasigilli nel dare il benvenuto ai numerosi componenti della Commissione.

Nel suo saluto – si legge sul gnewsonline – «il Guardasigilli ha sintetizzato i due obiettivi principali affidati al gruppo di lavoro: portare a compimento l’opera di Giuliano Vassalli e rendere reale il principio del processo accusatorio» e, allo stesso tempo, favorire «un’efficienza qualitativa della giustizia penale». «Viviamo una contraddizione normativa, di un codice penale, firmato da Benito Mussolini, che resiste – ha ripetuto come spesso fa Nordio – e un codice di procedura penale, ideato da un eroe della Resistenza, come Giuliano Vassalli, che è stato nel tempo snaturato». Il ministro ha sintetizzato così lo spirito del lavoro chiesto alla Commissione: «Rendere costituzionalmente orientato un processo accusatorio mai davvero decollato».

Se alcune riforme sono al di fuori del perimetro di intervento – in quanto possibili «solo con interventi sulla Costituzione», ha chiarito – è sul resto che invece la Commissione dovrà concentrarsi per «rendere reale, effettivo ed efficace il processo accusatorio, che ha tre gambe: accusa, difesa e giudice». Dopo il ministro, è stato il presidente della Commissione, Antonio Mura, ad entrare subito nel vivo delle questioni, con un auspicio introduttivo: «Questa può essere la sede in cui confrontarsi su proposte costruttive; questa è la sede giusta dove le etichette “giustizialista/ garantista” possono essere messe da parte e si arrivi ad una riflessione matura. Ritengo che il mandato conferito alla Commissione – ha sottolineato ancora Mura – debba avere un punto di riferimento non sempre ricordato nel dibattito sul Pnrr: l’obiettivo finale è la qualità della risposta di giustizia ai bisogni dei cittadini». Prossima riunione il 9 ottobre.

Per il Cnf era presente la Segretaria Giovanna Ollà, insieme agli esponenti dell'Ucpi Eriberto Rosso, Paola Rubini, Beniamino Migliucci. Sempre a proposito di modifiche dei codici di rito, ieri, l'aula della Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge sulle nuove norme al “Codice rosso” per le vittime di violenza domestica e di genere. Il testo, già votato dal Senato, ha ottenuto a Montecitorio 200 sì, nessun voto contrario e 61 astenuti ( Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra).