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Al via alla Camera l'iter per la raccolta firme necessarie per l'attivazione del referendum sulla separazione delle carriere. A farne richiesta sia le forze di maggioranza, che quelle di opposizione.
Per il centrodestra, «i deputati Galeazzo Bignami, Riccardo Molinari, Paolo Barelli e Maurizio Lupi hanno presentato, in data 31 ottobre 2025, una richiesta al fine di dare corso alla procedura per la richiesta di referendum da parte di un quinto dei componenti della Camera dei deputati», ha spiegato il Aula a Montecitorio il presidente di turno, Giorgio Mulè. Stessa richiesta è stata presentata dai deputati Simona Bonafè, Carmela Auriemma e Marco Grimaldi.
Intanto, non cala la tensione sulla riforma e anzi gli appelli al dialogo, ultimo in ordine di tempo quello del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli sembrano cadere nel vuoto. Se da una parte l'opposizione lancia dure critiche contro la legge e tira in ballo il futuro stesso dell'esecutivo che, sottolinea il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, in caso di vittoria del No al referendum, non potrebbe certo andare avanti, dall'altra la maggioranza fa quadrato sul provvedimento e ribadisce che la consultazione della prossima primavera «non sarà sul governo Meloni».
«Nessun magistrato di buon senso può pensare che si sia attentato all'indipendenza. Perché nella legge costituzionale questo principio è consacrato a chiare lettere. Capisco che i vertici dell'Anm siano contrari: nessun tacchino si candida al pranzo di Natale. Ma nella riservatezza molti confessano di essere favorevoli al sorteggio, che li svincola dall'ipoteca delle correnti», dice in un'intervista al Corriere della Sera il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
«Così come molti sindaci del Pd, segretamente, erano favorevoli all'abolizione dell'abuso d'ufficio. Ogni magistrato sa che la carriera dipende dal Csm, condizionato dalle correnti. Per chi non è iscritto diventa difficoltoso. Anche il procuratore Gratteri lo sa. Infatti è pro sorteggio», aggiunge. Per il guardasigilli, questa riforma «fa recuperare alla politica il suo primato costituzionale. Il governo Prodi cadde perché Mastella, mio predecessore, fu indagato per accuse poi rivelatesi infondate. Mi stupisce che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al governo».
E sull'ipotesi che adesso si possa toccare l'obbligatorietà dell'azione penale, Nordio precisa: «Non l'abbiamo fatto e non lo faremo. È stata Italia viva di Renzi a lamentarsi che non abbiamo toccato né l'obbligatorietà né la responsabilità civile dei magistrati. Più realisti del re. Lo abbiamo fatto per evitare che sembrasse un'iniziativa punitiva verso la magistratura». Quanto all'Alta Corte, spiega Nordio, «è un organismo previsto dalla bicamerale di D'Alema di trent'anni fa. Composto di elementi ultra qualificati. Garanzia di indipendenza dallo strapotere correntizio che tutti definiscono deviato e inaccettabile». Il presidente della Repubblica «presiederà i due Csm, quello dei giudici e quello dei pm. Conferirgli anche una funzione disciplinare sarebbe stato investirlo di responsabilità incompatibili con la sua alta carica». «Berlusconi ha subito numerosi processi - conclude - Anche opinionisti di sinistra hanno parlato di accanimento. Ma della necessità di separazione e sorteggio ne avevo già scritto nel '95. Mi permetto di rivendicarne il copyright».


