«Tra il 1°gennaio 2021 al 21 ottobre 2025 sono stati complessivamente valutati, ai fini della progressione in carriera, 9797 magistrati» con i seguenti risultati. «Nel 2021 su 2103 valutazioni totali: 2092 positive (99,47%), 4 non positive (0,19%), 7 negative (0,34%). Nel 2022 su 2604 valutazioni totali: 2584 positive (99,23%), 9 non positive (0,34%), 11 negative (0,43%). Nel 2023 su 2210 valutazioni totali: 2197 positive (99,41%), 3 non positive (0,13%), 10 negative (0,46%). Nel 2024 su 1658 valutazioni totali: 1639 positive (98,85%), 6 non positive (0,36%), 13 negative (0,79%). Nel 2025 su 1222 valutazioni totali ad ora: 1206 positive (98,69%), 6 non positive (0,49%), 10 negative (0,82%)».

A certificare questi numeri è il Ministro della Giustizia Carlo Nordio nel rispondere ad una interrogazione parlamentare del deputato di Forza Italia Enrico Costa, da sempre sensibile al tema e che dice: «O sono tutti dei fenomeni ed il nostro sistema giustizia è una macchina perfetta, oppure il giudizio “positivo” non si nega a nessuno».

Questi numeri sono in linea con quelli precedenti quando lo stesso parlamentare “interrogò” l’allora Guardasigilli Marta Cartabia per cui tra il 2017 e il 2021 il Csm aveva valutato positivamente la professionalità del 99,2% dei magistrati, le valutazioni non positive erano state 24, pari allo 0,3%, quelle negative 35, pari allo 0,5 per cento. Ricordiamo che il giudizio di professionalità ha una articolazione complessa ed è basato su prerequisiti, sui parametri e indicatori dei parametri.

La recente polemica in Csm

A settembre di quest’anno ha fatto notizia «un percorso sconcertante per una valutazione professionale» come è stato definito dai togati di AreaDg a Palazzo Bachelet. Il Consiglio, nel Plenum del 10 settembre scorso, ha deliberato la valutazione negativa di un magistrato che era stato condannato in sede disciplinare alla perdita di anzianità di un anno per avere intrattenuto ripetuti rapporti di affari con persone che erano state imputate o indagate in procedimenti da lui trattati.

«Nella piccola realtà in cui operava – hanno ricordato i togati di AreaDg – il magistrato, pur dovendo essere consapevole del proprio ruolo e dell’immagine calata nel particolare contesto sociale, non ha esitato a porre in essere per anni operazioni che gli avevano consentito di acquistare a prezzi molto convenienti, quando non addirittura di usare gratuitamente, vetture di consistente valore e assai appariscenti, presso una concessionaria riferibile a due imprenditori comunque coinvolti in procedimenti penali da lui trattati; ha così posto in essere, senza apparente imbarazzo alcuno, condotte decisamente inopportune, non curandosi del grave vulnus sulla credibilità propria e dell’intero ordine giudiziario». E però nella Quarta commissione del Consiglio, le consigliere di Magistratura Indipendente avevano proposto di riconoscere comunque la quinta valutazione di professionalità al collega.

C’è qualcosa dunque che non va se anche davanti all’evidenza scatta una sorta di autoprotezione? E allora come vanno interpretati i dati resi noti da Via Arenula? Secondo Costa «la legge stabilisce che le valutazioni di professionalità (ai fini delle progressioni di carriera e stipendio) tengano conto di capacità, laboriosità, diligenza e impegno. Di fronte a queste percentuali bulgare delle due l'una: o sono tutti dei fenomeni ed il nostro sistema giustizia è una macchina perfetta, oppure il giudizio “positivo” non si nega a nessuno, per anzianità e non sulla base dell'attività svolta».

«Perché questo livellamento verso l'alto?» si chiede l’azzurro che si risponde: «Perché, se sono valutati tutti come “bravissimi” le correnti possono fare il bello e il cattivo tempo e scegliere "discrezionalmente” chi nominare ai vertici degli uffici giudiziari. È una sorta di 6 politico frutto della protezione delle correnti». «Bravi e meno bravi sono sullo stesso livello ed il meno capace può superare il più capace. Gli esiti dell'attività non rilevano. Tra uno che fa bene le indagini e uno che registra ripetuti flop non c'è differenza; uno che arresta persone che poi vengono assolte viene valutato positivamente, come colui che vede la maggioranza dei suoi atti ribaltati negli stati o gradi successivi».

Ha aggiunto Costa: «Come si può far rispondere il magistrato a livello di carriera se le valutazioni di professionalità vertono su atti selezionati 'a campione'? Se nel 'campione' non compaiono gli arresti ingiusti, chi ha sbagliato prosegue indisturbato la sua carriera. Avevo proposto che il fascicolo contenesse tutti gli atti del magistrato ed i loro esiti, ma le toghe di via Arenula, unite a quelle del Csm, hanno rigettato questa proposta». «Non dimentichiamoci – ha proseguito Costa – che prima dello sciopero contro la separazione delle carriere l’Anm ha fatto un’altra astensione nel 2022 proprio contro la revisione del sistema di valutazione».