Al meeting di Rimini il capo della Lega torna scettico sulla linea anti Putin. Draghi: «Sostegno a Kiev»

Nemmeno il tempo di mettere da parte le scadenze per la presentazione di simboli e liste, che la campagna elettorale parte in quarta e si accende sulla politica estera, a cui è legata la crisi energetica dovuta all’aumento del prezzo del gas.

A riportare l’attenzione su Mosca e sulle sanzioni occidentali contro il regime di Vladimir Putin ci ha pensato il leader della Lega Matteo Salvini, poco prima dell’incontro al meeting di Rimini che ieri ha visto coinvolti i rappresentanti dei principali partiti, eccetto il Movimento 5 Stelle. «Le sanzioni alla Russia fanno peggio a noi che a loro» Salvini a Rimini riaccende la polemica politica su Mosca

Nemmeno il tempo di mettere da parte le scadenze per la presentazione di simboli e liste, che la campagna elettorale parte in quarta e si accende sulla politica estera, a cui è legata la crisi energetica dovuta all’aumento del prezzo del gas. A riportare l’attenzione su Mosca e sulle sanzioni occidentali contro il regime di Vladimir Putin ci ha pensato il leader della Lega, Matteo Salvini, poco prima dell’incontro al meeting di Rimini che ieri ha visto coinvolti i rappresentanti dei princi- pali partiti, eccetto il Movimento 5 Stelle.

«Se le sanzioni colpiscono di più chi le fa, mentre avvantaggiano chi le subisce, allora alimentano la guerra anziché favorire la pace», ha scandito il numero uno di via Bellerio, osservando a proposito della guerra in Ucraina che «la Russia vende ( il gas, ndr) a prezzo più alto e ci guadagna, mentre noi e gli altri Paesi europei ci rimettiamo». Secondo il segretario del Carroccio, infine, «le sanzioni colpiscono più i paesi sanzionatori che la Russia sanzionata».

Stando ai dati, in base alle analisi della Banca centrale russa l’inflazione in Russia ha raggiunto il 17 per cento a luglio, contro l’ 8,9 per cento dell’area euro, mentre il Pil russo dovrebbe calare di una cifra compresa tra il 4 e il 6 per cento quest’anno, contro una crescita del Pil dell’area euro prevista al 2,2 per cento.

Salvini ha tuttavia risposto alle ingerenze dell’ex presidente russo Dimitri Medvedev, che ha esortato elettori europei a colpire i governi come quello guidato da Draghi. «Ognuno si occupi e pensi a casa sua - ha commentato l’ex ministro dell’Interno - in Italia votano gli italiani».

Al leader della Lega hanno risposto sia il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, secondo il quale «le sanzioni non sono eterne, ma ora non vanno tolte» perché «sono una giusta reazione contro l'invasione russa dell'Ucraina e non può esserci pace senza giustizia», che il segretario del Pd, Enrico Letta. «Le sanzioni alla Russia sono una scelta europea - ha detto il leader dem - Putin ci ricatta e davanti ai ricatti non si risponde con i cedimenti: sarebbe il segnale peggiore che si possa dare».

Della guerra in Ucraina è tornato a parlare anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che oggi interverrà al Meeting, ribadendo ancora una volta da che parte sta il suo governo. «Nel secondo anniversario della Piattaforma internazionale per la Crimea, desidero esprimere il fermo sostegno dell'Italia a questa iniziativa e all'Ucraina - ha scandito l’ex presidente della Bce - L'occupazione della penisola di Crimea da parte della Russia nel marzo 2014 è stato un atto di aggressione inaccettabile, una chiara violazione del diritto internazionale: l'Italia ha costantemente condannato l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e la graduale militarizzazione della penisola da parte di Mosca, siamo profondamente preoccupati per il peggioramento della situazione dei diritti umani nella penisola e siamo al fianco della comunità tatara di Crimea, contro la violenza e l'ingiustizia di cui soffre». Draghi ha poi specificato che «la lotta per la Crimea fa parte della lotta per la liberazione dell'Ucraina» e ha spiegato che «di fronte ai tentativi da parte della Russia di sottomettere altre parti del territorio ucraino, la comunità internazionale non può girarsi dall’altra parte» perché «la Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati».

Un messaggio forte e chiaro, diretto all’estero ma anche alla politica nostrana, terminato con una sottolineatura ancora più netta. «L'Italia continuerà a sostenere l'Ucraina - ha concluso il presidente del Consiglio - Siamo con voi nella vostra lotta per resistere all'invasione russa, per ripristinare l'integrità territoriale dell'Ucraina, per proteggere la vostra democrazia e la vostra indipendenza».

Oggi, a Rimini, previste altre tirate d’orecchi, forse le ultime, ai sovranisti de noantri.