Il dato è chiaro: la Lega si è presa i luoghi simbolo dell’accoglienza. Lampedusa, terra di approdo dei migranti, e Riace, luogo simbolo dell’integrazione, hanno deciso di invertire la marcia e dare un segnale.

Nella città siciliana, il Carroccio ha raccolto 624 preferenze, su 1404 votanti. Molti, ma anche pochi, se si pensa che l’affluenza alle urne è stata del 26,62 percento. Lì Matteo Salvini ha conquistato da solo 410 voti, mentre sono 67 quelli arrivati dalla terra del suo nemico numero uno, l’estremo opposto delle sue politiche, Domenico Lucano.

Nel luogo considerato simbolo della convivenza tra etnie diverse, smantellato dall’inchiesta Xenia prima ( che vede Lucano a processo assieme ad altre 27 persone) e dal Viminale dopo ( che ha chiuso i progetti d’accoglienza, anche se illegittimamente, secondo il Tar), la Lega ha raggiunto quota 297, ovvero il 30,75%. E, soprattutto, ha eletto un sindaco “amico”, Antonio Trifoli, per 15 anni seduto nelle file della minoranza. Lucano, candidato al consiglio nella lista “Il cielo sopra Riace”, ha visto bocciare il proprio modello, rischiando anche il posto in assise, e la sua candidata a sindaco, Maria Spanò, si è piazzata all’ultimo posto, staccata di un solo voto da Maurizio Cimino, ex vicesindaco della giunta Lucano, allontanato dallo stesso per contrasti interni legati alla gestione dell’accoglienza.

Trifoli, invece, ha raccolto il 41,89% delle preferenze (l’affluenza è stata del 59,06%) con “Riace rinasce”, promettendo «Il ripristino della legalità amministrativa» ma nessuna rottura drastica con il passato. «Non sono stato io a chiudere il modello Riace, si è ucciso da solo con le inchieste giudiziarie - ha detto - Ma se ci sono le possibilità di fare accoglienza nel borgo, occupando le case abbandonate, lo faremo, nella massima legalità».

La sua è una lista civica, ha precisato, ma «La Lega, ora, deve dimostrare di volere bene a Riace». La sua storia parte da tutt’altra parte: fondatore, insieme a Lucano, dell’associazione simbolo dell’accoglienza, “Città Futura”, è passato dal Pd al centrodestra, finendo poi a strizzare l’occhio alla Lega. Nella sua squadra anche l’eterno rivale dell’ormai ex sindaco, Francesco Salerno e un esponente locale del Carroccio, Claudio Falchi.

I numeri della Lega, a Riace, non sono diversi da quelli raccolti dalla destra nel 2014, quando, però, a fare la voce grossa era stata Forza Italia, pur senza riuscire a sfilare la fascia da sindaco a “Mimmo il curdo”. Voti tutti confluiti, ora, nel bacino della Lega. Il sogno di Lucano, dunque, termina, almeno per il momento.

Ma la sconfitta dimostra l’inconsistenza dell’assunto del tribunale del Riesame, secondo cui l’ex sindaco non potrebbe rientrare a Riace in quanto dominus incontrastato della politica locale. Per Salvini, la vittoria a Lampedusa e Riace è un segnale preciso: sono «Comuni che la sinistra aveva usato come simbolo anti Salvini» che hanno abbandonato la sinistra stessa. «La richiesta di una migrazione regolare, qualificata, positiva è volontà degli italiani, non solo un capriccio di Salvini - ha commentato - Io adotterò un modello molto democratico: entra solo chi ne ha diritto».