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Circa 40 anni fa sono stato chiamato come giudice popolari alla Corte di Assisi di Locri. Il primo processo riguardava un signore accusato di tentato omicidio. Apparteneva ad un clan molto conosciuto nella Locride.
Durante il dibattimento vennero fuori alcuni dubbi sulla dinamica dei fatti, per cui chiesi di poter sentire il ferito. Fu in quel momento che appresi che, in realtà, l'uomo era morto dopo qualche settimana di degenza in ospedale ma non per le pallottole che gli avevano forato il corpo in più punti ma per altra causa. Almeno così era scritto.
La richiesta del pm era stata di sette anni e mezzo di detenzione. Ho riflettuto molto su tale sentenza (piuttosto mite) che accettai per la mia radicata convinzione che, in genere, ci sarebbero mille modi, tutti onorevoli, e tutti più efficaci per contrastare il crimine e redimere i responsabili di reati (quando è possibile) piuttosto che l'infame sistema carcerario.
Alla luce di quanto ho detto bisogna guardare le richieste di pena avanzate nella requisitoria dei pm al processo "Rinascita Scott" che ritengo siano state concepite più per stupire e far rumore che per la reale gravità dei reati che sono appena accennati nella requisitoria.
Da quanto sono riuscito a capire per gran parte degli imputati ci sarebbe una specie di associazione "anagrafico-chiacchierona" in cui molto si parla ma svaniscono (o quasi) i cadaveri, le coltellate, le pistolate, i sequestri di persona, gli assalti alle banche. Insomma il reato diventa molto meno visibile e importante delle chiacchere telefoniche o delle parole dei pentiti. È giustizia sommaria. Soprattutto ingiusta verso centinaia di persone "senza nome" che rischiano di pagare prezzi altissimi alla giustizia spettacolo. Ciò premesso, chiedere 17 anni di carcere per l'avvocato Giancarlo Pittelli di 70 anni - senza una sola goccia di sangue a suo carico - significherebbe infliggergli di fatto il carcere a vita.
Così come i 18 anni di carcere chiesti per Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo, per cose che somigliano molto più a reati amministrativi che a disegni di una consorteria mafiosa, mi sembra una crudeltà. Callisto Tanzi credo abbia avuto 12 anni di carcere, i responsabili del crack delle banche molto meno.
La differenza sostanziale è che Pittelli, Callipo e centinaia di persone coinvolte in Rinascita Scott, vivono al Sud. In particolare in Calabria, dove lo "Stato" e soprattutto alcuni potentati locali che occupano posti chiavi all'interno di esso hanno avuto carta bianca per rispondere allo sfascio sociale ed istituzionale, instaurando un clima di terrore. Manca Robespierre con le sue insane passioni, i suoi folli sogni di purezza, ma si intravede l'ombra della ghigliottina che ricorda un passato oscuro per l'umanità.