I GENERALI: SIAMO VICINI ALLA META

«L’ operazione militare speciale finirà presto, non la allungheremo». Il vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Federazione russa, Andrey Klimov, ha fissato i termini della guerra. «Non appena renderemo l’Ucraina sicura per la Russia, la fase militare si fermerà», ha detto, senza esplicitare una data. Intanto una nuova strage si sarebbe verificata nella regione di Kharkiv: fino a 10 persone sarebbero state uccise e 30 ferite mentre erano in attesa dei bus per l’evacuazione.

ALESSANDRO FIORONI L’idea di Joe Biden: un “ proconsole” permanente a Kiev

Lo ha rivelato il “New York Times” senza citarne il nome Forse un alto funzionario o persino un membro dell’esercito

Forse sarà stata una battuta infelice, o forse una gaffe calcolata come in altre occasioni, ma il presidente Usa Joe Biden sembra aver adottato la tattica della confusione: dichiarazioni che fanno intendere svolte clamorose poi smentite o ridimensionate dal suo staff. E' stato il caso del «Putin macellaio che non può rimanere a capo della Russia» evocato durante la visita in Polonia, ora invece è stata la volta di un suo viaggio in Ucraina. Giovedì scorso, intervistato durante un programma televisivo, gli è stata posta una domanda diretta: «Sarebbe disposto a recarsi in Ucraina?». La risposta è stata: «Sì» Il presidente in realtà pensava a un altro rumors, quello secondo cui la Casa Bianca starebbe pensando di inviare un alto funzionario a Kiev, una specie di “proconsole” che curi in pianta stabile Infatti Ieri è arrivata l'ennesima smentita, il presidente non volerà in Ucraina, ufficialmente perché non sussistono le condizioni di sicurezza. E' chiaro però che soltanto l'aver ventilato l'eventualità di una visita a Kiev sottintende una rafforzata vicinanza con Zelensky, soprattutto dopo aver definito la guerra dei russi un «genocidio» ( attirandosi le critiche di Macron). Una mossa a favore del presidente ucraino in attrito con alcuni paesi europei? Forse. E' vero però che un viaggio a Kiev sarebbe caduto stranamente in mezzo all'attuale deserto diplomatico americano in Ucraina. Al momento infatti, per stessa ammissione del Dipartimento di Stato, si ' valuta è rivaluta costantemente la situazione dal punto di vista della sicurezza', cosa che impedisce ai diplomatici di rimanere in loco al contrario di quelli di altri paesi.

Il portavoce del Dipartimento, Ned Price, ha anche fatto sapere che anche l'ipotesi di un viaggio da parte del segretario di Stato, Antony Blinken, non è suffragata da qualche evidenza. Insomma per il momento nessuna alta sfera della Casa Bianca è in procinto di compiere una trasvolata che avrebbe implicazioni notevoli.

La confusione ( più o meno provocata intenzionalmente da Biden) è data proprio dalla notizia, pubblicata dal New York Times, dell'invio di un importante esponente dell'amministrazione a Kiev, in una data ancora sconosciuta. Le rivelazioni del NYT proverrebbero dalla stessa Casa Bianca ma, escluso Biden e Blinken, chi dovrebbe essere incaricato della missione? Forse, si ipotizza, un segretario di gabinetto oppure un importante membro dell'esercito. Se ciò si verificasse, rappresenterebbe un fatto dalla duplice valenza: gli Usa sancirebbero la loro presenza politicamente stabile in Ucraina ( una presenza Nato senza che Kiev faccia ufficialmente parte dell'Alleanza Atlantica) e una facilitazione, soprattutto con un militare, per il monitoraggio e il rifornimento di armamenti.

Il Pentagono ha assicurato che entro una settimana l'Ucraina riceverà nuove armi, più potenti e tecnologicamente evolute, affermazioni che hanno già scatenato la risposta di Mosca che ha avvisato gli Stati Uniti di ' conseguenze imprevedibili'. Biden va comunque per la sua strada ed è stato ordinato l'invio di mezzi pesanti come elicotteri Mi- 17 e Howitzer da 155 mm, per un totale di 800 milioni di dollari. Fino ad ora sono state fornite armi all'Ucraina per più di 1,7 miliardi di dollari.

Il nuovo pacchetto di aiuti militari è stato reso possibile utilizzando la Presidential Drawdown Authority, o PDA, un dispositivo con cui il presidente può autorizzare il trasferimento di articoli e servizi statunitensi senza l'approvazione del Congresso in risposta a un'emergenza. In questo senso l'evocare un genocidio potrebbe essere una ragione sufficiente.

Nel frattempo il Financial Times, raccogliendo la voce di un funzionario della Difesa, ha reso noto martedì scorso che il Pentagono si appresta ad incontrarsi con 8 delle maggiori aziende di armi. Tra queste Raytheon e Lockheed Martin, produttrici del sistema missilistico anticarro leggero Javelin e dell'antiaereo portatile Stinger che si sono dimostrati particolarmente efficaci per le forze ucraine al momento dell'invasione russa il 24 febbraio.