È di nuovo bagarre in Senato, dove si votano gli emendamenti al premierato. Mentre si discute dello stop al semestre bianco per il capo dello Stato, previsto nel testo di riforma costituzionale si agitano gli animi, e la presidente di turno Anna Rossomando, interviene sospendendo la seduta. Già nella giornata di ieri non sono mancati momenti di tensione in Aula, in particolare sull’art.1 del ddl che cassa i senatori a vita di nomina presidenziale, norma poi approvata, che ha visto le opposizioni fortemente contrarie.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ignazio La Russa ha assicurato che «le vicende degli ultimi minuti saranno oggetto di attenta valutazione della presidenza». La Russa si riferiva all’accesa discussione che si è svolta al centro dell’emiciclo tra un sentore di FdI e un collega di M5s: il confronto è salito di livello, arrivando a sfiorare una vera e propria rissa, tanto che è stato necessario l’intervento dei commessi per evitare che la situazione degenerasse. Il presidente La Russa, di fronte al perdurare del clima teso, ha nuovamente sospeso la seduta e convocato subito la conferenza dei capigruppo (che era già stata richiesta in precedenza dalle opposizioni).

A dar fuoco alle polveri sarebbe stata, raccontano alcuni dei presenti nell’emiciclo, un’espressione utilizzata da Roberto Menia. Nel parapiglia successivo al botta e risposta innescatosi con le opposizioni, il senatore FdI avrebbe poi lasciato il suo scranno per dirigersi appunto verso quelli di Pd e M5s. Nel rinfacciarsi rispettive mancanze di rispetto, la frase incriminata sarebbe stata rivolta al capogruppo Pd, Francesco Boccia, per non avere richiamato i senatori dem, così viene riferito dalla maggioranza in Transatlantico, durante l’animata discussione sulle riforme.

Accuse peraltro rispedite al mittente dall’opposizione, dove si parla delle rimostranze di Malpezzi e Sensi per l’atteggiamento della maggioranza, con Menia che si sarebbe indirizzato proprio verso il senatore dem, trovando poi sulla sua strada il senatore Questore De Poli, interpostosi proprio per evitare una ulteriore escalation. A Boccia, Menia avrebbe rimproverato inerzia ricorrendo alla colorita espressione dialettale di avere «mostrato il c... per mezz’ora», espressione «equivocata», così viene riferito, tanto da scatenare la rissa. A farne le spese, appunto, sempre a quanto viene riferito, sarebbe stato il senatore Questore De Poli, che per calmare gli animi si sarebbe preso una robusta spallata.

Sarà l’ufficio di presidenza del Senato a stabilire i fatti: è quanto concordato in capigruppo, dove a quanto si apprende i toni della discussione sono rimasti particolarmente agitati, in linea con quanto successo poco prima in Aula. Le opposizioni hanno chiesto al presidente del Senato di convocare il Consiglio di presidenza dopo la rissa scoppiata in Aula. Servono sanzioni per l’accaduto, è la richiesta, e il «clima registrato è inaccettabile».