ESCALATION IN UCRAINA

Ucraina sotto attacco dei droni kamikaze nonostante Vladimir Putin nel week end avesse parlato di operazioni a intensità ridotta. I piccoli e letali aerei di fabbricazione iraniana hanno colpito il cuore della capitale, non si tratta solo di un minaccioso messaggio rivolto all’odiato governo del presidente Zelensky, ma di un atto di guerra che ha causato almeno otto vittime tra la popolazione civile, tutte persone che in quel momento erano all’interno di edifici. Fra i morti anche una donna incinta con il marito, sorpresi da un drone mentre erano in casa. Ma il bilancio potrebbe aggravarsi.

Almeno tre esplosioni sono state udite a Kiev intorno alle 6.45 ora locale di ieri, Una delle esplosioni è avvenuta nel distretto di Shevchenkivskyi, nel centro della capitale ucraina non distante dai palazzi governativi. Su uno degli aerei kamikaze campegiava una scritta molto esplicita: “Per Belgorod” dal nome della regione russa che la scorsa settimana ha subito alcune incursioni dell’aviazione ucraina. Quindi c’è anche l’elemento di vendetta e di rappresaglia da parte del Cremlino per lo sgarbo subito.

Le forze ucraine affermano in ogni caso di aver abbattuto 36 dei 42 droni lanciati dalla Russia, uno addirittura da agenti di polizia con le armi leggere, secondo quanto affermato dal ministro degli interni Denys Monastyrskyi secondo il quale «una trentina di droni aveva la capitale Kiev nel mirino. Per gli altri gli obiettivi erano le regioni di Sumy e Dnipropetrovsk».

«I russi pensano che questi attacchi li aiuteranno, ma queste azioni sanno di disperazione» ha commentato in una nota il capo di stato maggiore ucrainoAndriy Yermak. «Abbiamo bisogno di più difesa aerea il prima possibile. Non abbiamo tempo per ritardare. Abbiamo bisogno di più armi per proteggere il cielo e distruggere il nemico». Un giallo invece l’aereo militare di Mosca che ieri è precipitato accanto a un condominio a Yeysk, nella regione di Krasnodar, nel Sud della Russia. Secondo le prime ricostruzioni, pubblicate da Zvezda Tv, il velivolo ( un Su- 34) è precipitato mentre era in fase di decollo per effettuare un volo di addestramento dall’aerodromo del distretto militare meridionale. I piloti hanno usato l’autoespulsione. Sembra che a causare l’incidente sia stato uno dei motori che ha preso fuoco durante il decollo.

Intanto un tribunale di Mosca ha tolto la custodia genitoriale a Marina Ovsjannikova, l’ex giornalista russa di Chanel One, licenziata e poi arrestata per le sue posizioni pacifiste contro l’invasione dell’Ucraina, poi riuscita a fuggire dai domiciliari e dal Paese con la stessa figlia 11enne. I giudici hanno stabilito che la bambina deve stare con il padre perché la madre è “politicamente attiva contro il governo”. All'inizio di ottobre il suo ex marito ha intentato una causa contro Ovsyannikova. «Non credo sia una sua iniziativa. Probabilmente gli è stata data una scelta: o ti licenziamo o agisci con noi allo stesso tempo» ha commentato la giornalista