«Il Consiglio Superiore si è espresso con un parere. Io credo che nelle democrazie liberali sia corretto rispettare il fatto che la politica possa, seguendo l’iter democratico, portare avanti la propria visione di Paese. Nello stesso tempo è giusto riconoscere alla magistratura il grande ruolo di competenza che può avere, ascoltarne le esigenze, i bisogni, sostenerla, dare il giusto riconoscimento morale e sociale per l’impegno di tanti magistrati al servizio del Paese». Parole pronunciate ieri a Cagliari dal vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, al termine della visita negli Uffici giudiziari della Corte d’Appello, sollecitato dalla domanda di una giornalista, in merito alla riforma della giustizia, alla separazione delle carriere e alle modalità di nomina che, a breve, interesseranno i componenti del Csm.

La visita agli uffici giudiziari della Sardegna si inserisce nel programma di visite su tutto il territorio nazionale che Pinelli, insieme alla delegazione del Consiglio Superiore della Magistratura, sta compiendo per poter ascoltare le esigenze degli uffici giudiziari, apprendendo le specificità dei singoli uffici, e rendere così più proficua ed efficiente l’attività del Consiglio. Inoltre, specie per i territori più disagiati, che a volte avvertono di essere ingiustamente dimenticati, la visita agli uffici giudiziari vuole essere rappresentativa di un gesto di vicinanza, di sostegno e di riconoscimento del lavoro svolto quotidianamente da ogni singolo magistrato al servizio del Paese.

Una novità assoluta per l’organo, visto che non era mai accaduto prima che il Csm si muovesse per andare sul territorio, anche nei luoghi più “dimenticati”. Una visita che Salvatore Marinaro, Presidente di sezione anziano della sezione distaccata di Sassari della Corte di Appello di Cagliari, ha definito un successo, mentre i magistrati hanno molto apprezzato l’incontro e la vicinanza dimostrata.

«C’è una carenza di organico diffusa sul territorio che, immagino, verrà sostanzialmente colmata entro la fine del 2026 o al massimo all’inizio del 2027. Quindi, da questo punto di vista, possiamo guardare al futuro con ottimismo - ha detto Pinelli nel corso del “tour” Stiamo cercando di rappresentare agli uffici giudiziari di tutto il Paese il servizio di sostegno che il Consiglio superiore svolge quotidianamente anche per l’organizzazione degli uffici, di governo della funzione, perchè questo è il nostro compito.

Questo per far sì che ci sia una rappresentazione trasparente dell’attività del Consiglio. Vogliamo anche trasmettere simbolicamente l’idea che il Consiglio è a servizio di tutti i magistrati italiani». Il vicepresidente del Csm ha aggiunto che l’ascolto servirà per portare in Consiglio «i correttivi che sono necessari, per cercare, nei limiti del possibile, di rendere un servizio migliore».